«Di fronte alla tripla crisi planetaria del cambiamento climatico, dell’inquinamento e della perdita di biodiversità» il Consiglio europeo e il segretario generale dell’Onu Antonio Guterres «hanno sottolineato l’urgenza di rafforzare la risposta globale accelerando la decarbonizzazione e promuovendo soluzioni basate sulla natura. Hanno invitato tutte le parti, in particolare le principali economie, a rivedere e rafforzare i loro contributi determinati a livello nazionale in tempo per la Cop28».

È quanto si legge nel resoconto dell’incontro che si è tenuto ieri mattina a Bruxelles. «Il Consiglio europeo – spiega il documento – ha ribadito il suo impegno nei confronti dell’Agenda 2030 e dei suoi obiettivi di sviluppo sostenibile. I leader e il segretario generale hanno accolto con favore l’esito della quinta conferenza delle Nazioni Unite sui Paesi meno sviluppati a Doha, nonché la conferenza delle Nazioni Unite sull’acqua», in corso questa settimana a New York.

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Nel suo intervento il segretario generale dell’Onu avrebbe incalzato i leader ad accelerare gli impegni sulla decarbonizzazione, raggiungendo il target di zero emissioni nette entro il 2040. Gli impegni dell’Ue, infatti, prevedono la neutralità climatica ma solo al 2050, troppo in là probabilmente, almeno se si fa riferimento al rapporto presentato lunedì scorso dall’Ipcc.

Ieri lo ha ricordato anche Guterres: «L’ultimo rapporto del Panel sui cambiamenti climatici (Ipcc) mostra una situazione disastrosa» per quanto riguarda surriscaldamento del pianeta e cambiamenti in atto. «Siamo vicini al momento critico che renderà impossibile raggiungere l’obiettivo degli 1,5°. Contiamo sulla leadership dell’Ue» ha aggiunto nel corso della breve conferenza stampa con il presidente del Consiglio europeo, Charles Michel.

Nei giorni scorsi, Guterres aveva annunciato l’intenzione di presentare un piano per aumentare gli sforzi collettivi, coinvolgendo i leader dei Paesi sviluppati per impegnarli a raggiungere il net-zero netto il più vicino possibile al 2040 e i Paesi in via di sviluppo il più vicino possibile al 2050.

Uno dei nodi per la riduzione delle emissioni riguarda le auto. Ieri la commissione Ue è stata netta nell’indicare che non c’è margine per riaprire il negoziato sullo stop all’immatricolazione di quelle a combustione interna, diesel e benzina, a partire dal 2035. Nei colloqui in corso con la Germania per sbloccare lo stallo sul dossier, fermo da settimane in Consiglio «non stiamo ampliando il quadro» ha spiegato ieri il Commissario per il Green Deal, Frans Timmermans. La soluzione di compromesso tra la Commissione e la Germania per l’Italia sarebbe però «svantaggiosa», ha ribadito Meloni.