E così siamo alla prima ondata di calore in Italia. Città in codice rosso, temperature previste oltre i 35 °C. Sembra che ci si stia preparando una estate come quella dell’anno scorso, se non peggiore. Certo, non è la prima volta che nelle città italiane, in estate, si raggiungono queste temperature, e più; ciò che il cambiamento climatico ci porta di diverso e inquietante è la loro persistenza per più giorni, cosa che caratterizza l’ondata di calore.

C’È POCO DA FARE, dobbiamo rassegnarci all’idea che queste ondate aumenteranno di numero e di lunghezza. Il guaio è che non si tratta soltanto di disagio, ma ben di più, perché le ondate di calore sono causa di morte per i soggetti più fragili, quali gli anziani, i bambini e i malati. Ed è un fenomeno in crescita: secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità, in Europa la mortalità legata al caldo è aumentata di circa il 30% negli ultimi 20 anni. Una stima precisa del numero di morti nel 2023 non è disponibile, ma sommando i morti delle ondate di calore del 2003, 2010 e 2022 si ritiene siano decedute fra 55.000 e 72.000 persone.

DOBBIAMO IMPARARE A DIFENDERCI, specialmente nelle aree urbane, nelle quali gli effetti delle ondate di calore sono molto più pesanti che nelle aree rurali. Infatti, a causa di un fenomeno chiamato «isola di calore urbana», le temperature estive in città possono essere fino a più di 10 °C superiori a quello delle campagne circostanti. Ciò per diverse cause: gli edifici le cui pareti assorbono il calore del sole e poi lo rilasciano, le superfici stradali scure che diventano incandescenti, il calore prodotto dal motore dei veicoli e dai condizionatori. Imparare a difenderci significa abituarci all’idea che fra le 12,00 e le 17,00 dei giorni caldi le strade siano deserte – percorse da qualche rara auto con l’impianto di condizionamento di bordo che va al massimo – perché nessuno andrà più fuori a lavorare, e per i soggetti fragili anche una breve uscita può essere fatale. Del resto, già oggi secondo le linee guida dell’Inps e dell’Inail si può sospendere l’attività lavorativa e richiedere la cassa integrazione se la temperatura ambiente raggiunge i 35 °C.

CIO’ HA IMPREVEDIBILI IMPLICAZIONI. Per esempio, se c’è un guasto alla linea elettrica e un gran numero di utenti resta senza luce – e quindi senza condizionamento – è accettabile che la riparazione sia ritardata fino al momento in cui la temperatura non sarà scesa entro i limiti di sicurezza? Ci sarà (fin da ora c’è, per la verità) da scegliere fra la sicurezza del lavoratore e il rischio che corrono, per esempio, gli ospiti di una casa di riposo senza elettricità e quindi senza condizionamento.

ALTRA CONSEGUENZA DELLE ONDATE di calore è l’acuirsi degli effetti della povertà energetica: chi non può permettersi un condizionatore o di pagare la bolletta della luce, ed è anziano o malato rischia di morire. Già qualche città più avanzata si sta attrezzando, in Europa, per garantire dei luoghi climatizzati in cui trasferire tutti i soggetti fragili e più poveri. Già, i più poveri, quelli che meno contribuiscono al cambiamento climatico e più ne subiscono le conseguenze. Ma anche chi non è a rischio morte avrà sempre più il problema dell’impennarsi delle bollette elettriche. A questo proposito un consiglio, semplice ed efficace. Per stare bene e spendere di meno tenere in funzione contemporaneamente il condizionatore e un ventilatore.

TUTTO LASCIA PRESAGIRE CHE IN ALCUNI periodi durante l’estate si riproporranno modelli di vita che abbiamo già sperimentato durante i lockdown imposti dal covid. Si starà chiusi in casa, col condizionatore a piena potenza, per lunghe ore e giorni: neanche la sera converrà prendere una boccata d’aria, perché calda. Specialmente anziani e bambini, che faranno tutto il giorno, proprio d’estate, tanto attesa perché si può vivere fuori? Noia mortale: televisione? Social media? Si rigenererà l’interazione di vicinato? Giocheranno insieme, ora in una casa ora in un’altra, i bambini del palazzo?

I BLACK-OUT AUMENTERANNO, per il sovraccarico sulla rete causato dai condizionatori, e saranno esacerbati dalla scelta che il governo oggi vuole fare: produrre energia elettrica con i reattori nucleari. Con le ondate di calore e la siccità c’è carenza di acqua, quell’acqua indispensabile in grandi quantità per fare funzionare un reattore nucleare. L’hanno già sperimentato sulla loro pelle l’anno scorso i francesi, che a causa della siccità hanno dovuto far funzionare a potenza ridotta i loro reattori, con problemi non da poco. Fotovoltaico ed eolico invece non sono minimamente toccati dalle ondate di calore. Sarebbe bene che qualcuno lo spiegasse a chi ci governa.

AUMENTARE IL VERDE in città può ridurre il rischio di black-out e fa risparmiare energia per il condizionamento, perché fa abbassare la temperatura dell’aria. Un invito agli amministratori delle città: meno spazio alle auto (che riscaldano l’aria) e più spazio agli alberi.

LA LIMITAZIONE DEL LAVORO ALL’APERTO ha e sempre più avrà conseguenze sull’agricoltura. Se si può fare la raccolta di prodotti agricoli solo in alcune fasce orarie, la notte e la mattina presto, cambia tutta l’organizzazione del lavoro e occorre attrezzarsi per illuminare. Non solo, si introduce un ulteriore carico sui lavoratori più sfruttati, che le cronache ci rivelano vivere in condizioni inaccettabili. Se di notte e al mattino presto lavorano, come fanno a sopravvivere di giorno, e dormire, nelle soffocanti, surriscaldate baracche di lamiera in cui sono costretti a vivere? Ancora una volta, a pagare di più per il cambiamento climatico saranno gli ultimi.

E IL PROBLEMA PER L’AGRICOLTURA non si ferma qui: la siccità, associata alle ondate di calore, metterà sempre più a rischio la produzione. Inoltre, l’aumento di temperatura favorisce il moltiplicarsi di specie invasive contro le quali le coltivazioni non hanno difese adeguate. Non si tratta di un forse accadrà, è purtroppo quasi una certezza, e bisogna attrezzarsi per questo futuro vicinissimo. Attrezzarsi per garantire il più possibile i cittadini meno abbienti dalle ondate di calore, attrezzarsi per garantire l’elettricità nelle condizioni più estreme, attrezzarsi per fronteggiare le sfide dl clima all’agricoltura. E tutto questo si fa anche difendendo il più possibile il Green Deal dai colpi d’ascia inferti dalle destre europee, la nostra per prima.