C’è la novità del voto ai sedicenni, 1.4 milioni di nuovi elettori, ma saranno anche le prime europee con la campagna elettorale funestata dalla violenza politica diventata irrefrenabile, come evidenzia l’aggressione di ieri a Mannheim: la seconda in Germania negli ultimi cinque giorni.

Alla vigilia dalle urne destinate a modellare il nuovo assetto di Bruxelles, il Paese che eleggerà 96 dei 720 eurodeputati si prepara all’election-day con valenza anche locale vista la concomitanza di sette Comunali in altrettanti Land.

Nessuna soglia di sbarramento per i 35 partiti ammessi sulla scheda e numero record dei potenziali elettori arrivati a 60,9 milioni non solo per via dell’abbassamento dell’età di voto: oltre ai 4 milioni di cittadini Ue residenti, per la prima volta saranno chiamati a esprimersi altri 5 milioni di tedeschi. Nonostante ciò l’entusiasmo per le urne resta sotto i tacchi: secondo il più recente sondaggio ogni dieci aventi-diritto quattro non si presenteranno al seggio per sfiducia, apatia o protesta inesauribile con il voto ad Afd o all’Alleanza di Sahra Wagenknecht.

IN CIMA ALLA LISTA delle preoccupazioni dei tedeschi – fotografa l’ultimo sondaggio Infratest – è «assicurare la pace», poi la «sicurezza sociale» e al terzo posto la «gestione dell’immigrazione» moltiplicatasi in Germania proprio con la guerra in Ucraina. Seguono cambiamento climatico, stabilità economica e difesa dei consumatori. I soli dichiaratamente contenti di partecipare alle elezioni sono i sedicenni, fa sapere l’associazione tedesca degli studenti in polemica con gli insegnanti convinti invece che la scuola «prepara troppo poco alla politica».

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Peserà comunque molto meno degli over-65, un terzo del totale dei votanti e sempre orientati verso il centro-destra. Non a caso con la stessa percentuale la Cdu svetta nelle previsioni. Il partito ricandida la presidente della Commissione Ue, Ursula von der Leyen e sulla carta vale il 30%: il doppio di Spd (15%) Verdi (14%) e Afd (14%).

Virata dal multilateralismo di Angela Merkel all’atlantismo duro e puro del segretario Friedrich Merz, la Cdu in versione neocon chiede il pugno di ferro contro Putin, appoggia la guerra a Gaza e boicotta la svolta ecologica almeno quanti i cugini cristiano-sociali pronti invece a spingere al vertice di Bruxelles il presidente del Ppe, Manfred Weber, uomo delegato a dirigere il traffico politico alla destra dei democristiani accendendo e spegnendo i sogni degli aspiranti membri del Gruppo parlamentare più numeroso e maggioritario anche del Consiglio europeo.

I SOCIALDEMOCRATICI, al minimo storico del consenso, puntano tutto su Katerina Barley, vicepresidente del Parlamento Ue ed ex ministra del Lavoro della quarta GroKo di Merkel. «La scelta più forte per l’Europa» promette sul manifesto elettorale mentre appare un passo avanti al cancelliere Scholz. Nel programma si evidenziano il «dovere morale della difesa dell’Ucraina» e l’appello ai giovani a non votare per Afd. Basterà a convincere il 74% dei tedeschi scontenti dell’operato dei tre partiti del governo Scholz?

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STESSO PROBLEMA per i Verdi protagonisti di identiche retromarce con il Sole che ora ride al riarmo e allo scontro con Cina e Iran. Per questo il partito in mano alla corrente dei «realisti» candida l’eurodeputata Terry Reintke considerata vicina all’opposta corrente di «sinistra». Si oppone alla riforma Ue del sistema dell’Asilo e dichiara prioritaria la lotta all’estremismo dell’ultra-destra oltre alla protezione del clima e alla giustizia sociale.

LA GRANA DI AFD sono invece gli infiniti scandali e la rottura dell’asse con Le Pen-Salvini. Paga l’incredibile riunione per deportare gli stranieri quanto le dichiarazioni sulle SS, non tutte criminali disse il candidato Maximilian Krah a cui è stato proibito di apparire nei comizi del partito. Al di là del vento in poppa, il rischio vero per Afd è di prendere addirittura meno voti del 2019.

Rischio che corrono anche i liberali di Fdp candidando la super-falca Marie-Agnes Strack-Zimmermann, liberista in economia e welfare e ultra-filo Nato in politica estera. Soltanto allo spoglio di domenica sera si saprà se la sua immagine con l’elmetto in testa ha pagato oppure no.

MENTRE NAVIGA verso Bruxelles la capitana Carola Rackete insieme al medico di strada Martin Schridewan, provando a risollevare le sorti della Linke rimasta nonostante tutto saldamente ancorata alla linea internazionalista e pro-migranti. Al contrario dell’Alleanza sovranista di Sahra Wagenknecht che candida l’italo-tedesco Fabio De Masi, data fra il 7 e il 9% nei sondaggi, che con la sinistra condivide ormai solo la richiesta di iniziative diplomatiche per far terminare la guerra in Ucraina. Domenica sarà il primo vero banco di prova per il nuovo soggetto politico nato dalla scissione della costola destra della Linke, ma domenica in lista ci saranno anche Der Partei, il partito dei comici che attualmente vanta un eurodeputato, e per la prima volta Ultima Generazione con la candidata Lina Johnson decisa a lottare per il «cambiamento radicale» del sistema letteralmente fossilizzato.