Sarà il ballottaggio del 19 novembre tra il peronista, attuale ministro dell’Economia, Sergio Massa (Unión por la Patria) e l’ultraliberista Javier Milei (La Libertad Avanza) a decidere chi sarà il prossimo presidente dell’Argentina. La coalizione di centrosinistra, che di sinistra ha però ben poco, ha superato ogni aspettativa ottenendo il 36,5 per cento dei voti, mentre il leader di estrema destra Javier Milei, che alcuni sondaggi davano come favorito, ha preso il 30%. Crollano invece rispetto alle proiezioni le percentuali del centrodestra, con la candidata Patricia Bullrich (Juntos por el Cambio) che si è fermata al 23,8 per cento.

Quelle di domenica 22 ottobre passano alla storia, però, come le elezioni con il tasso di partecipazione elettorale più basso dal ritorno della democrazia nel Paese, nel 1983: solo il 74 per cento degli aventi diritto, circa 35 milioni di elettori in totale, si è infatti recato alle urne per decidere le sorti politiche del Paese sudamericano.

Il prossimo appuntamento sull’agenda, prima del ballottaggio, è l’11 novembre quando Massa e Milei si affronteranno in un nuovo dibattito televisivo. A scontrarsi saranno due visioni diametralmente opposte, nessuna delle quali era auspicabile per un elettore di sinistra: da un lato Massa, neoliberista gradito all’ambasciata Usa, aperto sostenitore dell’estrattivismo e totalmente allineato ai programmi di aggiustamento imposti dal Fmi; dall’altro Milei, un anarco-capitalista, come si definisce, che ha trovato nell’estrema destra la sua legittimazione politica, munito delle stesse armi politiche di Trump e Bolsonaro, che urla “esercito in strada” e “pena di morte”.

“Quando il 10 dicembre sarò presidente voglio convocare un governo di unità nazionale che metta fine alla storica ‘grieta’ (divisione profonda) fra gli argentini, sulla base della scelta delle personalità migliori del nostro Paese e non della loro appartenenza politica”. È questa la proposta formulata Sergio Massa nel suo primo discorso da vincitore del primo turno delle elezioni presidenziali. Massa si è rivolto immediatamente “a quanti hanno votato in bianco, che sono rimasti a casa e non hanno votato e a quelli che hanno voluto votare diversamente”, ma “che cercano un Paese in pace e senza incertezze: nei prossimi 30 giorni che ci dividono dal ballottaggio, che farò tutto il possibile per conquistare la loro fiducia”.

Milei ha invece continuato sulla sua linea, tutta all’attacco: “Due terzi dell’Argentina ha votato contro il kirchnerismo, non rassegniamoci alla mediocrità e alla desolazione, solo esiste un futuro possibile se quel futuro è liberale”. Quindi si è rivolto ai votanti della candidata del centrodestra Patricia Bullrich, arrivata terza e fuori dal ballottaggio, invitandoli a votare contro il kirchnerismo. “A novembre si dovrà scegliere tra la continuità di questo modello che ha impoverito l’Argentina o farla finita con l’inflazione, l’insicurezza e tornare a vivere in libertà”.