il manifesto del 14 agosto 2016
Una sigaretta, un pezzo di stoffa nero dato alle fiamme, forbici per accorciarsi la barba: è la libertà di Manbij, città simbolo della ricchezza etnica e confessionale che in Medio Oriente è stata normalità per secoli. Liberata da arabi, kurdi, assiri, turkmeni e oggi contraltare di Aleppo, messa alla fame dagli interessi di governo, «ribelli» e grandi potenze
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