L’Associazione per il rinnovamento della sinistra sottolinea innanzitutto una fortissima contrarietà verso la legge elettorale (cosiddetto “Rosatellum”) in base alla quale voteremo il prossimo 25 settembre.
Quante volte si è posto il problema di superare una legge elettorale così iniqua, contraria ad un’effettiva capacità di rappresentare le diverse realtà politiche e culturali. L’avvocato Felice Besostri, componente della presidenza dell’Ars, ha proposto di depositare al seggio un reclamo sui punti lesivi dell’esercizio effettivo del diritto di voto.

È un’ipotesi interessante, che consegniamo all’attenzione dei componenti dell’Associazione e che fa seguito alle vittoriose azioni – purtroppo rimosse – contro le leggi elettorali precedenti non dissimili nella violazione della effettiva facoltà di scelta delle eletti e degli eletti. E in tale quadro deperisce in modo assai preoccupante la qualità del contesto democratico. Non per caso sembra ormai cresciuta – anche per questo – enormemente la platea di coloro che non intendono recarsi alle urne. Innanzitutto, dunque, intendiamo ribadire la necessità di esercitare un diritto fondamentale, che prescinde persino dai giudizi specifici sulle forze in campo, essendo il voto parte decisiva dell’identità e della coscienza democratica di ogni singola persona.

Inoltre, si ritiene essenziale dire NO alle destre, che portano con sé i germi di un autoritarismo magari in salsa ungherese, se non proprio intriso di nostalgie pericolose. Sono in gioco valori cruciali: la difesa della Carta costituzionale nata dalla Resistenza che si vorrebbe intaccare attuando il sogno reazionario del presidenzialismo; la tutela dello Stato sociale egualitario contro la deriva della cosiddetta “autonomia differenziata”, in realtà una secessione dei ricchi; l’esigenza imprescindibile della pace. La tendenza a seguire le sirene abbrunite delle destre cova nel profondo del paese e nelle sue viscere profonde, anche a causa delle insufficienze manifestate dalle soggettività progressiste e di sinistra. Gli strati colpiti dalla povertà e dal disagio si sono sentiti abbandonati.

È indispensabile contenere rischi e danni, rifacendoci al percorso che da sempre ha proposto l’Associazione di un ripensamento di teorie e pratiche reali. Una simile strada, già impervia e difficile, diverrebbe impossibile in un campo di morti e feriti.
Dopo il voto, comunque, sarà doveroso riaprire un dialogo fattivo tra le anime progressiste e di sinistra, per ridefinire il “che fare” e riannodare le fila di un reale rinnovamento della sinistra. Perseverare sarebbe più che diabolico.

***Presidenza dell’Associazione per il rinnovamento della sinistra