Si aprono due nuovi fronti nella guerra per tutelare le coste della Sardegna. Uno è ad Alghero, dove sul promontorio di Punta Giglio, all’interno di un parco naturalistico, è stato approvato un progetto per la realizzazione di un albergo attraverso la ristrutturazione di un vecchio rudere; l’altro è a Olbia, dove il Comune ha dato il via libera alla lottizzazione di Costa Turchese da parte di una società immobiliare di proprietà di Marina Berlusconi.

PUNTA GIGLIO SI TROVA all’interno del Parco naturale di Porto Conte, a circa quattordici chilometri da Alghero, nel nord-ovest della Sardegna. Un progetto, già approvato, di «restauro e rifunzionalizzazione» della vecchia caserma della batteria antinavale (costruita fra le due guerre sulla falesia), in corrispondenza dell’estremità del promontorio, è in via di realizzazione. Progetto che prevede una struttura ricettiva a scopi turistici: 20 posti letto in 7 camere, fornite tutte di servizi, un ristorante di 80 coperti (di cui 50 all’interno e 30 nei dehors all’esterno, in aree libere da vegetazione ricavate abbattendo alberi, cespugli e siepi); e una piscina («vasca ludica» o «vasca ricreativa») da ottenere demolendo parzialmente la vecchia cisterna, collegata a un sistema di captazione e raccolta delle acque piovane.

CONTRO IL PROGETTO, di cui è titolare la cooperativa milanese «Quinto elemento», è in corso una mobilitazione guidata del Comitato per Punta Giglio. Sono state raccolte 3500 firme per chiedere l’immediata sospensione dei lavori sulla falesia e nei giorni scorsi un corteo di protesta, molto partecipato, ha percorso le vie del centro di Alghero. A queste iniziative locali si aggiunge ora un appello a proteggere Punta Giglio firmato da nomi di rilievo della cultura: Dacia Maraini, Sandro Veronesi, Bianca Pitzorno, Vittorio Emiliani, Alessandro Bergonzoni e Luigi Manconi (puntagigliolibero@gmail.com per aderire).

«NON è stato sufficiente – scrivono i firmatari – che Punta Giglio fosse tutelata dal Piano regolatore comunale, da vincoli monumentali, dal Piano paesaggistico regionale, dalla legge istitutiva del Parco di Porto Conte, dalle direttive comunitarie che hanno dato vita alla Rete Natura 2000 inserendo questo luogo fra i «siti d’importanza comunitaria» e le «Zone di protezione speciale» a tutela di habitat di specie botaniche e faunistiche. Ha prevalso l’ideologia, già diventata sottocultura, della «valorizzazione» e di un malinteso diritto dell’uomo di piegare a suo piacere ogni luogo, soprattutto quelli eccezionali e finora di fatto conservati integri». «Di fronte a tutto questo – conclude l’appello – riteniamo ineludibile e urgente che si mobilitino i cittadini, ma anche che intervengano le autorità pubbliche in grado di impedire che questo scempio, impensabile fino a ieri, si compia».

SUL CASO LA PROCURA della Repubblica di Sassari ha aperto un fascicolo contro ignoti ipotizzando, per il momento, il reato di turbativa d’asta. Il magistrato ha ordinato un’ispezione della Guardia Forestale nel cantiere sul promontorio e ha nominato un suo perito, che nelle prossime settimane esaminerà tutti gli atti amministrativi sin qui compiuti.

A OLBIA, INVECE, l’amministrazione guidata dal sindaco Settimo Nizzi (Forza Italia) ha approvato un piano urbanistico che potrebbe consentire alla società Edilizia Alta Italia, di proprietà della famiglia Berlusconi, di realizzare nei 400 ettari di macchia mediterranea di Costa Turchese due hotel, ciascuno di 70mila metri cubi. Netta l’opposizione dei gruppi ambientalisti, che rilevano come la mega cubatura vista a mare violi le norme del Piano paesaggistico regionale (Puc) approvato nel 2006 dalla giunta regionale presieduta da Renato Soru. A sostegno della tesi ambientalista è arrivato pochi giorni fa il parere (obbligatorio e vincolante) della Regione Sardegna, che ricorda come la zona di Costa Turchese sia inserita in un’area che le cartografie del Puc indicano come boschiva e quindi intoccabile. Per Nizzi un inatteso fuoco amico, visto che la Regione è retta da una maggioranza sardo-leghista di cui fa parte anche Forza Italia. Ma c’è da stare certi che il sindaco di Olbia non si arrenderà facilmente.