Il giorno dopo le perquisizioni nel cuore del potere politico, un fatto mai accaduto prima, il terremoto in Austria continua. Fino a quando Sebastian Kurz, il principale imputato, sarà ancora cancelliere? È la domanda rimbalzata ieri su siti e tv austriaci.
«Abbasso, abbasso la Oevp», scandisce la manifestazione promossa dai giovani socialisti ieri sera davanti alla sede dei popolari. A Vienna è già iniziato il totogoverno, cercando una soluzione che eviti di andare a elezioni anticipate.

IL VIA ALL’INIZIO DELLA FINE dell’era Kurz lo hanno dato ieri i Verdi, gli alleati di minoranza della coalizione con il partito popolare (Oevp) senza i quali Kurz non può governare. In una prima reazione alle accuse pesanti rivolte a Kurz e al suo entourage, di aver comprato con fondi pubblici coperture mediatiche favorevoli, i Verdi non hanno messo in discussione la coalizione sostenendone la continuità. Ma ieri mattina il tono è cambiato. Il vicecancelliere e capo dei Verdi Werner Kogler, valutando le 108 pagine della procura anticorruzione, ne ha tratto «un impressione devastante», mettendo in dubbio la capacità di governare di Kurz e dichiarando che è impossibile andare avanti come se non fosse successo nulla. Dello stesso tenore le dichiarazioni della ministra della giustizia, la verde Anna Zadic, che ha sottolineato il proprio operato in difesa dell’indipendenza della magistratura e del lavoro delle procure. In effetti è stata lei a garantire piena libertà alle indagini contro i ripetuti tentativi della Oevp di mettere a guinzaglio la magistratura costantemente oggetto di attacco.

Per cercare una soluzione comune su come procedere i Verdi hanno proposto colloqui ai capigruppo parlamentari dei partiti di opposizione: i socialdemocratici (Spoe), la xenofoba Fpoe e i Neos. Sono previsti oggi. Per martedì prossimo è invece convocata una seduta straordinaria del parlamento sul tema Kurz, le accuse di corruzione e peculato. I partiti di opposizione presenteranno ciascuno o insieme una mozione di sfiducia chiedendo le dimissioni del cancelliere.

I VERDI VOTERANNO con loro? Tutti i segnali dicono che è crisi di governo e la fine di Kurz. Secondo i commentatori austriaci, anche se i Verdi non hanno ancora esplicitamente pronunciato la parola fine, nel prendere le distanze dal cancelliere si sono spinti troppo avanti da non poter più fare marcia indietro.

Ieri dal canto suo il presidente della repubblica Alexander van der Bellen ha convocato tutti i partiti singolarmente per «discutere la situazione», colloqui che continueranno oggi. Nei poteri del presidente della Repubblica è anche la facoltà di dimissionare il governo e guidare la formazione di uno nuovo.

L’opzione di uscita dalla crisi più auspicata dai Verdi intanto è già caduta, quella di un rimpasto di governo. Sarebbero rimasti in coalizione con i popolari, ma senza Kurz e il suo entourage. Una soluzione che avrebbe permesso di realizzare quella parte del programma di governo che interessa a loro: la riforma fiscale ecosociale finalmente all’ordine del giorno. Ma tutti gli organismi della Oevp, i governatori e i ministri hanno escluso questa possibilità. «Una partecipazione della Oevp in questo governo ci sarà esclusivamente con a capo Sebastian Kurz». Dal canto suo il cancelliere, prima di recarsi all’appuntamento con van der Bellen, ha dichiarato di voler continuare la coalizione con i Verdi, passando a loro il cerino «Se i Verdi non vogliono più continuare questa collaborazione e se vogliono cercarsi altre maggioranze in parlamento bisogna accettarlo».

«STABILITÀ E ORDINE, stabilità e responsabilità, stabilità e luce sulle accuse» ha ripetuto più volte Werner Kogler, a dimostrazione del fatto che i Verdi non vogliono un salto nel buio con elezioni anticipate, elezioni che Kurz rischierebbe ancora di vincere recitando la parte del martire perseguitato. Una possibile opzione è un governo tecnico di transizione sostenuto da tutti i partiti di opposizione e dai Verdi.