Sulle primissime, in Italia, l’attentato a Trump aveva prodotto un coro unanime. Sdegno, indignazione, inviti alla moderazione e all’isolamento dei violenti: un grande classico. Poi è arrivato Matteo Salvini e, come sempre, ha deciso di strafare. Anzi, di stradire. «Certi toni violenti della sinistra rischiano di armare le mani di deboli di mente: è successo negli Usa, era capitato anche in Italia contro Berlusconi, mi auguro non ricapiti più», ha scritto il vicepremier sui suoi social. Ai microfoni del Tg1 dell’ora di pranzo ha infine completato il suo pensiero: «Spero che questo serva a qualcuno che semina parole di odio, contro le destre, i fascisti, i razzisti, contro Trump, Bolsonaro, Fico o altri esponenti». La sparata va letta nell’ottica della guerra a bassa intensità che il leader del Carroccio ha cominciato a fare contro Giorgia Meloni più o meno dallo scrutinio delle Europee: la perdita di consenso della Lega, solo in parte mitigata dalle tante preferenze raccolte dal generale Vannacci, ha convinto Salvini che per recuperare terreno sia necessario usare sempre di più toni estremi, argomentazioni demagogiche e tesi vittimistiche. I sondaggi sin qui non sembrano star premiando questo atteggiamento, ma le alternative non sono poi molte. Dunque è lecito aspettarsi future nuove follie da parte del declinante leader leghista.

Per il resto, come detto, l’attentato a Trump ha prodotto in Italia toni da unità nazionale. Dal Quirinale, Sergio Mattarella ha definito l’attacco di Butler come «motivo di grave allarme e forte indignazione». Il dito è puntato contro «la violenza che da qualche tempo ha ripreso a manifestarsi in ambito politico», un qualcosa che per il presidente è «uno sconcertante sintomo di deterioramento del tessuto civile e del pericoloso rifiuto del confronto, del dialogo, del rispetto della vita democratica». Concetti simili sono stati espressi anche dalla premier Meloni: «a Trump la mia solidarietà e i miei auguri di pronta guarigione, con l’auspicio che i prossimi mesi di campagna elettorale possano veder prevalere dialogo e responsabilità su odio e violenza». Ancora dalle parti del governo, Antonio Tajani pure si allontana molto dalle follie salviniane: «Il messaggio che noi dobbiamo dare, in Italia e nel mondo, è che combattiamo sempre per le nostre idee e contro le idee dell’avversario ma mai contro le persone. L’avversario è l’idea, non è la persona: questo il messaggio che dobbiamo lanciare per impeddire che le persone possano trasformare messaggi politici in violenza fisica». 

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Attentato a Trump: spari durante un comizio

Sgomento e solidarietà anche dall’opposizione. Elly Schlein ha fatto sapere che «il Pd condanna nel modo più fermo l’attentato a Donald Trump. La violenza politica non deve trovare alcuno spazio all’interno delle nostre democrazie». Segue un invito rivolto a  «chi ha a cuore la democrazia, negli Stati Uniti come altrove» a «contrastare fermamente ogni tipo di linguaggio di odio e di violenza politica». Il leader del M5s Giuseppe Conte – che quando era presidente del consiglio ha avuto più volte a che fare con Trump – è sulla stessa lunghezza d’onda: «Gli spari a un comizio sono un segnale inquietante. Non ci può essere spazio per l’odio nel confronto democratico. La democrazia statunitense si sta scoprendo quanto mai fragile. Auguro una pronta guarigione a Donald Trump ed esprimo la massima solidarietà per le famiglie di chi nel pubblico ha perso la vita o è rimasto gravemente ferito sotto gli spari».

Da segnalare, infine, la folle fake news partita dal profilo di X di un utente chiamato Mussolinho e poi circolata in mezzo mondo grazie agli inesistenti controlli di alcuni media complottisti: a sparare a Trump, aveva scritto Mussolinho, sarebbe stato tale Mark Violets, definito «un membro dell’Antifa». Segue foto di Marco Violi, responsabile di un sito che si occupa di calcio. Ovviamente non era vero niente. «Sono stato svegliato nel cuore della notte, alle due di notte per precisione dalle numerose notifiche che ho ricevuto su Instagram e X – scrive Violi sui social-. Mi trovo in Italia, sono a Roma e non avevo la minima idea di quello che fosse successo se non vedendo Sky tg 24. Le notizie che circolano sul mio conto sono totalmente prive di fondamento e sono state organizzate da un gruppo di hater che dal 2018 mi stanno rovinando la vita, con appostamenti presso la mia abitazione, foto del mio citofono e del mio portone. Sono dei veri e propri stalker». Violi ha annunciato che lunedì andrà a sporgere denuncia.