Ci ha lasciati Otello Ciavatti uno dei protagonisti del “collettivo operai studenti”di Bologna che poi confluì, fin dall’autunno del ’69, nel manifesto.

Portò a quella adesione non solo la sua passione, ma anche i suoi dissensi, per la scarsa attenzione che il collettivo dava a quello che allora si chiamava “l’operaio massa” protagonista di tante lotte spontanee, soprattutto fuori dal controllo sindacale. Il nostro comune approdo al manifesto non fu quindi l’adesione di singole persone persuase dalla lettura della Rivista, ma la confluenza di un’esperienza collettiva di lavoro, maturata nell’autunno del ’68 quando gli studenti cominciarono ad uscire dalle facoltà occupate per collegarsi con le forme nuove di lotta e di organizzazione operaia: non solo più salario, ma una rimessa in discussione del cottimo, delle qualifiche, dei ritmi di lavoro, delle rigide gerarchie su cui si basava la fabbrica fordista.

Otello Ciavatti diede un contributo originale alla discussione sulle nuove forme organizzative che i lavoratori e le lavoratrici si davano. Erano i mesi che precedettero quello che fu chiamato “l’autunno caldo” che fu alla base della nascita della Rivista il manifesto nel ’69 in cui confluì il collettivo. Ciao Otello.