Il lavoro sulla letteratura non è nuovo a Wayne Wang, che con lo scrittore americano Paul Auster aveva sceneggiato e diretto due classici come Smoke e Blue in The Face. Nel caso di While The Women Are Sleeping, prima produzione giapponese del regista presentata a Berlino nella sezione Panorama, il processo è però diverso: tratto da un racconto omonimo dello scrittore spagnolo Javier Marìas, il film di Wayne Wang espande in libertà le sue premesse. E cioè lo slancio voyeurista di uno scrittore in vacanza in un resort con la moglie per una strana coppia di cui non sa stabilire la relazione: un uomo attempato e una giovane e bellissima ragazza. Da questa ossessione nasce un thriller psicologico vagamente erotico ambientato su un’isola giapponese in cui il protagonista, Kenji, è pungolato sia dal desiderio per la giovane bellezza che dalla curiosità per ciò che il suo accompagnatore – Mr. Sahara (Takeshi Kitano) – fa tutte le notti: riprenderla mentre dorme. Nel reame del desiderio sogno e realtà si mischiano, e la scomparsa della ragazza dà inizio a una serie di sensi di colpa, immedesimazioni reciproche e ricerche del feticcio perduto.

ARCHIV - Der in Hongkong geborene US-amerikanische Regisseure Wayne Wang (Archivfoto vom 26.09.2007) sieht sich bei seiner Arbeit vom deutschen Film stark beeinflusst. Vor allem Regisseure wie Rainer Werner Fassbinder oder Wim Wenders beeindruckten ihn, sagte Wang am Rande der 41. Internationalen Hofer Filmtage in einem Gespräch mit der Deutschen Presse-Agentur dpa. EPA/JUAN HERRERO  +++(c) dpa - Bildfunk+++

Come è arrivato fino in Giappone per girare questo film?

Non avevo programmato di realizzare un film giapponese: avevo una sceneggiatura tratta dal racconto di Marìas, di cui un trattamento è finito nelle mani di Takeshi Kitano, che si è innamorato del personaggio e ha deciso che voleva interpretarlo. Così ho cambiato tutto per poter ambientare il film in nel suo paese. All’inizio lavorare con Kitano mi intimidiva, ma è una persona molto aperta, con tante idee interessanti.

Quali sono i suoi riferimenti nel film?

Qualcuno ha parlato di David Lynch, che sicuramente mi ha influenzato. Ma soprattutto ci sono i romanzi di Patricia Highsmith, e alcuni quadri di Balthus, che dipinge ragazze nude insieme a dei gatti.

Il voyeurismo è un tema molto cinematografico, anche se l’ispirazione è letteraria.

Il tema del voyeurismo mi affascina molto, per questo l’ho enfatizzato rispetto al libro. Ai giorni nostri è fin troppo facile diventare «parte» di un film, immedesimandosi generalmente nell’eroe, quando le luci in sala si spengono. Ma così non ci si pone nessuna domanda. In altri tempi, da Ejzenstejn alla Nouvelle Vague, non si faceva altro che chiedersi dove si collocassero lo sguardo e l’oggetto guardato. Anche Hitchcock lo faceva molto bene, e il suo voyeurismo, soprattutto in Vertigo, ha influenzato molto questo film.