Uno dei diletti preferiti ai red carpet, e in particolare quello degli Oscar, è commentare i vestiti degli e delle invitate che, si suppone, lavorino settimane con stlylist, stilisti, parrucchiere, truccatrici e consulenti di immagine per azzeccare la mise che sarà più notata e fotografata.

I giornali, il giorno dopo, si esibiscono in commenti, pagelle e giudizi che, spesso, vai a capire su quali basi estetiche e di gusto sono redatti.

Simpatie, antipatie, cortesie con certe maison piuttosto che altre? Il dubbio viene. Noi, che non siamo legati a nessun contratto promozionale, siamo liberi di dire quel che pensiamo, e al giorno d’oggi non è cosa da poco.

Sarà perché ho da poco finito di leggere Il rovescio dell’abito romanzo edito da Guanda in cui Marta Morazzoni ripercorre gli ultimi giorni di agio della marchesa Luisa Casati Stampa, indimenticata per l’iperbolica creatività che si espresse in un guardaroba per il quale affondò gran parte della sua immensa fortuna, fatto sta che, al confronto, le attrici arrivate alla recente cerimonia degli Oscar mi sono sembrate quasi tutte delle ripetenti con una visione di se stesse molto consueta, un po’ femme fatale e un po’ bambolina, un po’ Giochiamo a chi si fa più luccicante e un po’ Mi gonfio di raso di seta.

LE SORELLE Williams hanno vagato fra una scollatura sul seno che sembrava un oblò di cemento e una simil vestaglia con spalline armate, che se una sembra già un granatiere non sarebbe proprio il caso di mettersi. Come sempre, si è abbondato con gli strascichi, che però sono un’appendice pericolosa, soprattutto se, come Jada Pinkett, non sei altissima, la coda è più lunga di te e così piena di ruche che sembra un coccodrillo in trasferta.

Will Smith e Jada Pinkett agli Oscar 2022, foto Getty

Non avesse avuto tutta quella stoffa di dietro, probabilmente sarebbe salita lei, e non il marito Will Smith, a dirne quattro al poco divertente presentatore che l’ha presa in giro per i capelli rasati causa alopecia.

Invece le è toccato vedere il consorte farsi suo paladino, come se lei ne avesse bisogno, e salire sul palco a schiaffeggiare (si sospetta molto per finta) Chris Rock dicendogli «Tieni fuori il nome di mia moglie da quella tua cazzo di bocca». Una scena da vecchi bulli. Penosi.

Will Smith schiaffeggia in diretta Chris Rock dopo una battuta di pessimo gusto sulla moglie, foto Getty

Abbondanti sono stati i tubini fascianti color oro o argento, perché sempre principesse/ammaliatrici ci vedono. Molto gettonato il rosso fuoco e il giallo limone che vedi prima l’abito di chi ci sta dentro perché bisogna pure farsi notare (e comunque la più bella in rosso era Luisa Ranieri).

 

Luisa Ranieri, Paolo Sorrentino, Daniela D’Antonio e Filippo Scotti agli Oscar 2022, foto Getty

INTRAMONTABILI i toni pastello amati da chi, come Nicole Kidman, ha carnagioni lattee. Gran trionfo di volant, roselline di tulle, strass e, soprattutto, drappeggi sia morbidi che costruiti, tutte cose che ti fanno pensare al visone di un tempo, quando si metteva dicendo «Così non sbagli mai».

Nicole Kidman con il marito Keith Urban agli Oscar 2022, foto Getty

Qualcuna, come Uma Thurman, ha mandato al diavolo le frappaglie e si è presentata in gonna nera abbinata a una camicia bianca abbottonatissima, come a dire «Valgo anche se non sono scollata». Ma il nostro dieci va a Kristen Stewart che non si è addobbata, non si è travestita, ha fatto quella che è, una ragazzaccia insolente, in smoking Chanel, sì, ma con short cortissimi e camicia mollemente sbottonata fino all’ombelico, spettinata, irriverente, tipo «Mi butto addosso la prima cosa che capita ed esco a comprare le sigarette». Altro che «Si era dimenticata di finire di vestirsi», come ha scritto Paolo Mereghetti.

Sospetto che per renderla così se stessa abbiano lavorato in parecchi, perché l’apparente nonchalance è, appunto, solo apparente. In ogni caso, averne di gambe così.

mariangela.mianiti@gmail.com