L’accesso agli atti fatto un mese fa dai tre consiglieri d’opposizione non ha ricevuto risposta dall’amministrazione. Non è stato possibile così sapere se sia vero, come aveva sostenuto il sindaco Salvatore Militello per spegnere le polemiche, che esiste un albo dei cittadini onorari di Ustica risalente al 2006 che non include Benito Mussolini e i suoi gerarchi. Certo è invece che la vicenda, che sembrava chiusa dopo la pregiudiziale tecnica che aveva stoppato in consiglio comunale la richiesta di revoca della cittadinanza al Duce concessa nel 1924, si è riaperta di colpo. E a rinfocolarla è stata proprio la maggioranza che sostiene il sindaco.

I sette consiglieri, espressione di una lista civica di centrodestra, hanno presentato una proposta di delibera alquanto singolare rispetto alle affermazioni del sindaco che aveva parlato dell’inesistenza di quell’onorificenza così scomoda in un’isola che conta poco più di mille abitanti. La delibera, che sarà discussa oggi, prevede che «il conferimento e la revoca del riconoscimento onorifico possono essere deliberate solo se la persona è ancora in vita». Insomma, se Mussolini e i suoi gerarchi sono cittadini onorari di Ustica, come dimostra un documento originale in mano ai consiglieri di minoranza, lo rimarrebbero a vita se passasse la proposta consiliare.

Sulle tre righe finali del documento l’opposizione ha presentato un emendamento abrogativo, annunciando battaglia in aula. «Revocare la cittadinanza onoraria a Mussolini e ai gerarchi fascisti Roberto Farinacci, Pietro Lanza di Scalea, Alfredo Cucco e Cesare Mori è oggi un atto di civiltà dovuto a tutti coloro che furono vittime delle leggi razziali e che morirono per difendere la libertà e la democrazia nel nostro paese», dicono i consiglieri di Tutti insieme per Ustica Diego Altezza, Martina Natale e Maria Ailara.

«Per queste ragioni ci opponiamo alla proposta che mira alla modifica del regolamento comunale per impedire la revoca a coloro che l’hanno ottenuta e che sono defunti», aggiungono. Per l’opposizione l’iniziativa della maggioranza «è un danno d’immagine per Ustica, terra di libertà e democrazia». E ricordando che l’isola è stata confino e che «ha ospitato testimoni della lotta al regime fascista come Antonio Gramsci, Filippo Turati e Nello Rosselli», si augurano «che non sia vero che qualche ministro abbia trovato il tempo di interferire in questa vicenda».

«È un fatto gravissimo su cui depositeremo un’interrogazione al ministro dell’Interno – annunciano le senatrici del Pd Enza Rando e Annamaria Furlan – Siamo a una settimana dal 25 aprile. La cittadinanza a Mussolini e ai gerarchi è un atto che offende la memoria del nostro Paese liberato dal fascismo e un gravissimo danno d’immagine alla comunità di Ustica».