«Arrogante e papale», per usare le parole di Guccini, la diocesi di Bologna lo è stata davvero negli ultimi trent’anni. Forse proprio perché la città era «rossa» e quindi pericolosa agli occhi di una Chiesa che aveva messo in soffitta la stagione del dialogo con i comunisti. Soprattutto, perché lo stesso mondo cattolico sotto le Due Torri era attraversato negli anni Sessanta da fermenti e spinte propulsive inquietanti agli occhi della Santa Sede. Nel 1968 l’arcivescovo Lercaro, alfiere della chiesa dei poveri e protagonista del confronto con Dozza, veniva rimosso per incompatibilità con la «restaurazione aggiornata» post-conciliare di Paolo VI.Tre...