Scarpe, pentole, mollette, mappe stradali ricoperte di fango sul selciato davanti al Tribunale di Bologna: il flash mob di Ultima generazione, ieri, per ricordare gli effetti dei cambiamenti climatici, in una regione che si sta ancora riprendendo dall’alluvione di maggio. È stato anche il metodo scelto per aspettare il termine dell’udienza dei tre attivisti arrestati il 2 novembre per aver bloccato per circa un’ora la tangenziale. Il processo è stato rinviato al 18 gennaio. I tre vennero fermati con le accuse di violenza privata aggravata, danneggiamento e interruzione di pubblico servizio aggravato ma, per quest’ultimo reato, il giudice non convalidò l’arresto. Per due di loro venne stabilito il divieto di dimora a Bologna, mentre per il terzo l’obbligo di firma. Poi però anche per gli altri due le misure cautelari sono state attenuate nell’obbligo di firma. I legali hanno chiesto il rito abbreviato e prodotto un video dell’azione, gli attivisti hanno rilasciato dichiarazioni spontanee sottolineando i rischi legati alla sottovalutazione dei cambiamenti climatici e ricordando che non hanno mai messo a rischio l’incolumità degli automobilisti.

ALTRA REGIONE e nuovo round con la giustizia. Per i 12 manifestanti di Ug che il 4 dicembre hanno bloccato per un’ora la Roma-Civitavecchia si è tenuta ieri l’udienza con il gip di Roma, che ha convalidato gli arresti. L’accusa che li ha tenuti in carcere per tre giorni era attentato alla sicurezza dei trasporti, interruzione di pubblico servizio, violenza privata aggravata dal numero di persone. Sono stati anche denunciati a piede libero per manifestazione non preavvisata (su questo è scattato il Testo unico delle leggi di pubblica sicurezza) e, tre di loro, per non avere ottemperato al foglio di via. Il giudice dell’indagine preliminare ha fatto cadere il reato più grave, attentato alla sicurezza dei trasporti, ma ha lasciando in piedi la violenza privata aggravata.

GLI ATTIVISTI avevano bloccato le corsie in entrambi i sensi con una coda di mezzi lunga 6 chilometri. Soprattutto, avevano incollato le mani al manto stradale, per liberarli erano intervenuti i Vigili del fuoco. Iniziate ieri le procedure per la scarcerazione, il gip ha disposto come misura cautelare l’obbligo di dimora nel comune di residenza. Secondo l’avvocata Tatiana Montella, che assiste i 12, il gip ha voluto bloccare la possibilità che possano commettere ulteriori azioni. Resta il fatto che hanno scontato tre giorni in carcere. I pacchetti sicurezza, il decreto anti rave e il ddl sugli «ecovandali» vanno tutti nella stessa direzione: l’inasprimento delle misure di repressione fino ad affermare che per queste azioni è possibile l’arresto. Una tendenza di lungo periodo cominciata con multe e repressione dei movimenti dei disoccupati, a Napoli addirittura sono stati accusati di associazione a delinquere.

ULTIMA GENERAZIONE si è fatta sentire anche a Venezia. In sei ieri hanno effettuato «un’azione di disobbedienza civile» modificando due estintori per spruzzare cacao sulla facciata laterale della Basilica di San Marco e fango sulle colonne. Protestare contro i 12 arresti e la richiesta del Fondo di riparazione da 20 miliardi per «le vittime del collasso climatico» i motivi del blitz. I sei, identificati in questura, saranno denunciati per danneggiamento ma la lista dei reati potrebbe allungarsi. «Le parole del Papa nei confronti dei governi e dell’élite del fossile non sono meno severe delle nostre – hanno spiegato -. Venezia tra meno di 20 anni sarà sott’acqua. Protestiamo in modo non violento ma veniamo arrestati. Affermiamo una volontà di sicurezza, non solo rispetto a frane e alluvioni, ma anche all’aumento dei prezzi, al caro bollette, alla carenza di risorse nelle scuole e nel sistema sanitario». Il 16 dicembre Ug sarà a Roma per un’azione collettiva.

IL GOVERNO con il ministro Sangiuliano li ha subito attaccati: «Un gesto vile e inqualificabile posto in essere a Venezia. Uno sfregio che va sanzionato con fermezza. Il Senato ha approvato il disegno di legge che punisce gli ecovandali costringendoli a pagare il ripristino delle opere. Attendiamo il via libera definitivo della Camera». Raffaele Speranzon (FdI): «mi auguro che gli ecoterroristi siano giudicati e puniti in maniera esemplare grazie anche alle norme del governo Meloni». Da Avs Claudio Marotta: «Le persone hanno diritto di manifestare mentre i governi continuano a investire sui combustibili fossili senza adottare politiche di reale transizione ecologica». E l’eurodeputato di S&D Massimiliano Smeriglio: «Inaccettabile che le istanze sollevate da questi ragazzi debbano essere inquadrate esclusivamente in una questione di ordine pubblico».