Con 18 voti contrari e 11 favorevoli il consiglio regionale della Liguria ha respinto la mozione di sfiducia nei confronti del presidente della giunta regionale Giovanni Toti, che si trova agli arresti domiciliari dallo scorso 7 maggio ed è sostituito ad interim dal vicepresidente Alessandro Piana. La mozione era stata presentata dai consiglieri di minoranza, con l’eccezione del calendiano Sergio Rossetti, non presente in aula per motivi di salute.

«Possiamo andare avanti sino alla fine del mandato, abbiamo le carte in regola» ha detto Piana a margine del consiglio. Il capogruppo della Lista Toti Alessandro Bozzano ha letto il messaggio con il quale il presidente attualmente sospeso si è rivolto direttamente agli esponenti dell’opposizione per difendere quello che definisce il «modello Liguria», fatto di grandi opere, velocizzazione delle procedure, interlocuzioni spregiudicata con gli imprenditori. «Oggi perderete – ha sostenuto Toti – Ma ancor prima avete perso il senso del vostro ruolo e credendo di sottolineare una nostra debolezza, non vi siete resi conto di aver mostrato invece tutta la vostra. Per questo, oltre la mozione, continuerete a perdere anche le elezioni». Toti ha accusato i suoi avversari di tentare «una spallata politica» sfruttando «l’eco di un’inchiesta che al momento è solo tale, senza rinvii a giudizio e tanto meno senza condanne». Il passaggio cruciale del suo documento è stato ripreso dagli esponenti della maggioranza. «Chi vuole che faccia un passo indietro» sostiene Toti, ha lo scopo di «distruggere il modello Liguria che in questi anni, con la orgogliosa reazione al crollo del Morandi è stato costruito».

Illustrando la mozione, il capogruppo del Pd Luca Garibaldi ha definito la sfiducia «un atto politico necessario: l’inchiesta che ha colpito la Liguria è l’emblema del fallimento politico-gestionale del centrodestra». E ancora: «Un presidente che decide gli investimenti in base alle speculazioni è indicativo di una Regione che pensa a pochi, a pochissimi». Anche per Fabio Tosi del M5S «l’interesse pubblico è venuto meno. Fate un favore alla Liguria, dimettetevi. Chiedete ai cittadini se vi vogliono lì per un altro mandato». Ferruccio Sansa, che tre anni e mezzo fa alle elezioni regionali aveva sfidato il presidente uscente e che da tempo denunciava la commistione del presidente con una cerchia di imprenditori, ha attaccato: «Toti da accusato si è fatto vittima, martire. Ora si fa addirittura giudice. Qui si propone un messaggio che sovverte il nostro vivere civile. Oggi tutti i liguri dovranno decidere da che parte stare». E Gianni Pastorino, della lista di Linea Condivisa, ha sostenuto che la mozione di sfiducia «non è una mancanza di garantismo, ma un atto necessario di responsabilità verso le istituzioni e verso le cittadine e i cittadini».

L’inchiesta genovese intanto procede: ieri in procura è stata sentita come persona informata dei fatti la soprintendente alle Belle arti Cristina Bartolini per la vicenda di Calata Concenter, l’area del porto da riempire con gli scarti degli scavi del tunnel subportuale per creare una nuova area container di interesse di Aldo Spinelli.