Oggi, i 27 ministri dell’Energia, riuniti per la seconda volta in un mese, devono adottare il Regolamento proposto dalla Commissione Ue per far fronte alla crisi energetica. È un testo diviso in tre punti:

  1. raccomandazioni per ridurre i consumi, con una media del 10% e di un 5% – obbligatorio – per le ore di punta;
  2. una tassa, obbligatoria, sui super-profitti dei produttori di energia a basso costo, non dipendenti dal gas, che hanno approfittato dell’impennata dei prezzi (c’è l’eccezione per il biometano e le piccole strutture di produzione), che dovrebbe essere in vigore dal 1° dicembre al 30 giugno;
  3. un contributo temporaneo di solidarietà sui profitti del 2022 per le imprese di produzione e raffineria di petrolio, gas e carbone (una tassa del 33% sul 20% degli utili realizzati in più rispetto alla media degli ultimi 4 anni). Il ricavato di queste tasse, prelevato paese per paese, sarà poi redistribuito dagli stati ai consumatori o per favorire la transizione energetica verso le rinnovabili.

Il Regolamento lascia fuori una questione-chiave: i prezzi. La Commissione nei prossimi giorni dovrebbe presentare un nuovo piano, che i 27 discuteranno ad ottobre. L’idea è di estendere a tutta la Ue il “meccanismo iberico”, cioè imporre un tetto al prezzo del gas utilizzato per produrre elettricità.

Quindici paesi, tra cui Francia e Italia, hanno inviato una lettera alla Commissione per incitarla a dare una risposta su un price cap sul gas. Ma per ora la Commissione frena, mentre la Germania e l’Austria restano ostili, perché hanno paura di un’eventuale penuria. Come prima tappa, la Ue studia l’imposizione di un price cap sui prezzi spot dell’elettricità. Ci sono poi contatti per accelerare il dialogo con i partner che esportano gas via pipelines: la Norvegia in primo luogo, anche l’Algeria, con l’obiettivo di ottenere da questi paesi un prezzo ragionevole.

Sul Gnl è invece esclusa la possibilità di imporre un tetto al prezzo, il gas liquido arriva via nave, che può cambiare rotta se il prezzo è più altro altrove. In questo caso, l’ipotesi allo studio è di fare acquisti congiunti, per ottenere prezzi migliori. Anche sul decoupling, il disaccoppiamento tra prezzo del gas e dell’elettricità bisognerà aspettare. I ministri dell’Energia non parleranno di nuove sanzioni alla Russia, argomento che i leader affronteranno ad ottobre. L’Ungheria ha già fatto sapere che si opporrà.