Indagato da mesi, ora per Sebastian Kurz il cerchio sembra stringersi. Ieri mattina oltre un centinaio di poliziotti hanno perquisito gli uffici pubblici e privati del cancelliere e dei suoi collaboratori, il ministero delle Finanze nonché la sede centrale del nuovo Partito popolare (Oevp).

NON È PIÙ SOLO L’ACCUSA di falsa testimonianza, quella dinanzi alla commissione parlamentare di inchiesta sullo scandalo Ibiza , adesso si indaga per peculato e corruzione in grande stile, come testimoniano le migliaia di chat e i conti falsi riscontrati, i soldi pubblici usati per comprare sondaggi favorevoli . Qualche assaggio lo riportava ieri il settimanale Falter, riferito al 2018: il portavoce Jim Lefebre dell’ allora ministro delle Finanze Hartwig Loeger, ancora nuovo alle usanze della “nuova Oevp”, lamenta che il giornale Oesterreich non abbia riportato la notizia del viaggio del ministro a Bruxelles. Risponde l’allora capogabinetto Thomas Schmid: «Dipende dal fatto che non gli abbiamo ancora promesso dei soldi. Loro sono ancora a zero. Non hai ancora incontrato Helmut Fellner (il fratello del direttore che gestisce gli accordi sulle inserzioni, ndr)». Lefebre: «Non può essere vera questa cosa». Schmid: «Sì invece, ti consiglio, vai a incontrare Fellner». E ancora chiede il portavoce: «Come diavolo faccio ad avere il ministro sul giornale domani? Schmid: «Helmuth Fellner per la grana, Wolfgang Fellner per il contenuto».

Indicazioni chiarissime. I due fratelli sono proprietari del quotidiano gratuito e più diffuso Oesterreich e della tv privata oe24 , ora tra i principali indagati dalla Procura anticorruzione. Avrebbero incassato attraverso gli accordi sulle inserzioni 1,3 millioni di euro.
Una storia iniziata nel 2016 quando Kurz era ancora ministro degli Esteri di una coalizione di governo guidata dai socialdemocratici (Spoe) da lui fortemente avversata, denigrata e infine fatta cadere. Si chiamava Projekt Ballhausplatz che in italiano sarebbe «progetto palazzo Chigi», tassello rilevante la cattiva stampa riversata sull’allora capo del partito e vicecancelliere Reinhold Mitterlehner, costretto alla fine a gettare la spugna. Per contrasto solo storie positive che esaltavano l’enfant prodige Kurz.

Nel mirino degli inquirenti anche la ex ministra per la Famiglia Sophie Karmasin, nota sondaggista che per la Oevp faceva ritoccare i sondaggi pubblicati poi nel tabloid Oesterreich. «Erano motivati solo da ragioni partitiche e dovevano servire a far avanzare Kurz e i suoi confidenti più stretti» scrivono i magistrati. I costi dell’operazione, che ammonterebbe a 140 mila euro, veniva scaricata sui contribuenti, con ricevute false che figuravano giusto sotto il titolo «Studio per la lotta alle truffe». Operazione coronata da successo, la Oevp ribaltata, la Spoe fuori dal governo.

Il sospetto della Procura: il cancelliere e il suo nuovo partito si sarebbero comprati una copertura mediatica favorevole a se stessi e alla Oevp usando soldi pubblici. Le vittime dirette risultano dunque i contribuenti, che finanziavano la propria disinformazione.
Dal canto suo il Partito popolare respinge ogni accusa, definendo «le perquisizioni una messa in scena per motivi politici, col solo intento di danneggiare il partito e Sebastian Kurz». La procura quindi sarebbe una «cellula di sinistra».

Leggendo l’atto della procura si arriva alla conclusione che Kurz sia diventato cancelliere con mezzi illeciti, commenta il quotidiano viennese Der Standard . I partiti di opposizioni, Spoe, Fpoe e Neos chiedono le dimissioni immediate di Kurz. I Verdi, alleati di coalizione, hanno difeso l’operato della procura, ma ancora tengono in vita il governo, malgrado la base sia in subbuglio.