È tempo di annunci per il festival di Cannes, in partenza tra meno di un mese. Ieri è stata svelata la selezione della Semaine de la critique, la sezione parallela organizzata dal Syndicat Français de la Critique de Cinéma. Per il secondo anno la direttrice artistica sarà Ava Cahen mentre la giuria sarà guidata da Audrey Diwan.
Undici i film protagonisti della Semaine, di cui sette in concorso; la regola è quella di accogliere solamente debutti o opere seconde. Ad aprire la sessantaduesima edizione sarà Ama Gloria della regista Marie Amachoukeli, già vincitrice della Camera d’or (il premio per la migliore opera prima) con Party Girl, firmato insieme a Claire Burger e Samuel Theis. Al centro del suo nuovo film una bambina, Cleo, legata fortemente alla sua tata che deve improvvisamente tornare alla natia Capo Verde.

LA SELEZIONE è poi divisa equamente tra lavori francesi e internazionali – nessuna partecipazione italiana quest’anno – così come tra il genere degli autori e delle autrici. Da oltreconfine provengono il regista giordano Amjad Al Rasheed con il suo Inshallah Walad, il coreano Jason Yu – cresciuto accanto a Bong Joon-ho – con Jam (Sleep), la brasiliana Lillah Halla con Levante – incentrato su un’atleta alle prese con una gravidanza indesiderata in Brasile, dove l’aborto è illegale -, il serbo Vladimir Perisic che presenta Lost Country – ambientato nel ’96, durante le proteste contro il regime di Miloševic – e la malese Amanda Nell Eu con Tiger Stripes, che racconta vite adolescenti come quello della regista belga Paloma Sermon-Daï. Tra le proiezioni speciali il debutto nel lungometraggio di Stéphan Castang con Vincent doit mourir, e la commedia romantica di Lucie Debay e Lazare Gousseau, Le Syndrome des amours passées. Atteso poi il film di chiusura, La fille de son père di Erwan Le Duc, anch’esso commedia ma sul rapporto tra padri e figlie.