Una sola cosa di Fca è rimasta in Stellantis: la sede in Olanda per pagare meno tasse. E dunque l’assemblea societaria annuale si tiene ad Amsterdam. Quella di ieri, a due anni dall’assorbimento dell’ex Fiat da parte dei francesi di Psa, ha visto l’ad Carlos Tavares snocciolare risultati altisonanti. Agli Agnelli operativamente non è rimasto niente se non la carica formale di presidente del gruppo a John Elkann.

Se gli stabilimenti italiani del gruppo sono sempre in cassa integrazione, la famiglia invece non può lamentarsi. Anche quest’anno è stato decisa una lauta cedola agli azionisti: un dividendo di ben 4,2 miliardi di euro, pari a 1,34 euro ad azione. Per gli Agnelli si tratta di – almeno – parecchie centinaia di milioni.

Più meritati, ma sempre, sbalorditivi sono i 23,5 milioni riconosciuti come compenso allo stesso Tavares.

«Sono decisioni inaccettabili rispetto agli interessi dei lavoratori, dei siti del gruppo e del nostro paese», commenta la Fiom con il responsabile automotive Simone Marinelli. «In questa fase di transizione ecologica, digitale e industriale gli utili devono essere investiti sull’innovazione, su nuovi modelli, sui lavoratori e su una nuova occupazione. E invece, mentre si alimenta la rendita finanziaria, il management aziendale continua a peggiorare le condizioni di lavoro e chiede soldi pubblici per nuovi incentivi che non garantiscono l’acquisto dell’auto ecologica alla classe media e ai lavoratori, ma assicurano marginalità da redistribuire agli azionisti – continua Marinelli – . In questa situazione è urgente che il governo convochi l’azienda e il tavolo sul settore anche a seguito della richiesta già avanzata insieme alle altre organizzazione sindacali ed a Federmeccanica, al fine di promuovere e rilanciare l’industria dell’auto per la transizione ecologica, salvaguardare l’occupazione e migliorare le condizioni di lavoro ed economiche delle lavoratrici e dei lavoratori», conclude Marinelli.

Tavares ha invece posto l’accento sui risultati: «7,1 miliardi di sinergie nette», superando il target prefissato al momento della fusione, limitandosi a promesse generiche sul futuro: Stellantis «è resiliente e continua a sviluppare il business per la crescita» e non ha in programma una strategia di riduzione dell’attività.

Il contentino per i circa 272 mila dipendenti in tutto il mondo (solo 46 mila in Italia) è il riconoscimento di aver «risolto problemi e prodotto risultati» e per questo «abbiano beneficiato di un compenso record di 2 miliardi di euro legato ai risultati dell’intero anno 2022, 200 milioni di euro in più rispetto allo scorso anno».

Tra i punti forti sui quali si concentra la strategia della società c’è, per fortuna, l’elettrificazione, tanto invisa invece a Sergio Marchionne. «Stiamo accelerando la corsa all’elettrificazione con 23 modelli Ev», ha ribadito Tavares, confermando l’impegno preso per la neutralità delle emissioni di carbonio entro il 2038.