Nelle ultime due settimane ci sono state numerose caceroladas e proteste in diverse città spagnole contro il governo Sánchez. Le manifestazioni antigovernative sono partite dai quartieri più benestanti di Madrid per poi estendersi anche ad altre città della Spagna. I manifestanti, che portano spesso con sé la bandiera nazionale, sbattono pentole e casseruole chiedendo le dimissioni del premier socialista.

Se da una parte si chiede a gran voce «libertad!», con un allentamento delle restrizioni, dall’altra si accusa il governo di esser stato negligente nella crisi del coronavirus. Il partito di estrema destra Vox ha incoraggiato queste proteste fin dal primo momento.

Tutto è iniziato nella seconda metà di aprile, quando ancora la Spagna era chiusa in casa senza ancora nessun allentamento delle restrizioni. Vox aveva convocato caceroladas alle finestre di tutto il paese per protestare contro la gestione della crisi da parte del governo, accusandolo di utilizzare lo stato di allerta come scusa per creare un regime autoritario. Una accusa che ha poi usato anche l’altro partito della destra, il Partido Popular (Pp). Le rumorose proteste avvenivano ogni sera alle 21 e si contrapponevano per la prima volta agli applausi delle 20 al personale sanitario.

Il 10 maggio, nell’elegante quartiere Salamanca di Madrid noto per il reddito molto elevato dei suoi abitanti e per essere un formidabile bacino di voti per il Pp e per Vox, le proteste delle 21 si sono spostate in strada, nella calle Nuñez de Balboa. Poi le manifestazioni sono aumentate di numero e nello scorso fine settimana la polizia ha contato a Madrid una cinquantina di concentrazioni in punti diversi della città.

Le proteste più partecipate sono avvenute nelle aree benestanti del centro, dalla Castellana all’area residenziale della Moraleja, fra le più ricche in Spagna. Sono i quartieri che alle elezioni del 10 novembre 2019 hanno votato a gran maggioranza per Pp, Vox e Ciudadanos.

Nel fine settimana scorso, dopo che il governo nazionale ha nuovamente rinviato l’allentamento delle restrizioni a Madrid, le caceroladas sono diventate più rumorose anche nei quartieri popolari della capitale. Le manifestazioni si sono estese anche ad altre città, come Siviglia e Santander, e ci sono state contestazioni fin davanti la casa di Pablo Iglesias, leader di Podemos.

Nell’ultima settimana sono cresciute anche le manifestazioni di contrapposizione alle caceroladas. Nel quartiere di Vallecas diverse persone hanno manifestato a favore della sanità pubblica contrapponendosi, da un marciapiede all’altro, ai manifestanti che battevano le casseruole. Stessa situazione nella città della comunità madrilena di Alcorcón, dove la polizia è intervenuta creando un cordone per evitare contatti fra manifestanti. Nel quartiere di Moratalaz è scoppiata una rissa durante una manifestazione a favore della sanità pubblica convocata in contrasto alla cacerolada serale.

L’estrema destra spagnola sta cercando di capitalizzare a suo favore un malessere nel quale si sommano da una parte le crescenti difficoltà economiche e l’incertezza per il futuro, dall’altra le frustrazioni per il prolungato confinamento. Oggi Vox ha convocato carovane di automobili per protestare contro l’esecutivo con lo slogan «per la Spagna e la sua libertà» e si capirà se la protesta si sta affievolendo o se è in crescita.