«Ingiustificato, vessatorio e incostituzionale». Le associazioni dei presidi protestano contro le impronte digitali ritenute necessarie dalla ministra della pubblica amministrazione Giulia Bongiorno e dal vicepremier ministro dell’Interno Matteo Salvini (Lega) per accertare la loro presenza in servizio nelle scuole che amministrano. La misura, approvata nel «decreto concretezza» alla Camera, prevede la possibilità della verifica dell’iride e il ricorso alla video-sorveglianza. Vale solo per i presidi e non per gli insegnanti, già sottoposti al controllo del registro elettronico. Nel testo è contenuto solo il principio, in seguito è previsto un decreto che dovrà specificare le modalità di attuazione. Dopo le telecamere...