A pochi giorni dalla sua incoronazione a presidente di regione, Roberto Occhiuto rischia di perdere il feudo di famiglia. A Cosenza il ballottaggio sarà al cardiopalmo. Nello scontro tra i due omonimi Francesco Caruso, l’inseguitore di centrosinistra, Franz, sostenuto dal Pd e dai socialisti, ormai tallona il competitor di centrodestra Francesco, ex vicesindaco di Mario Occhiuto e su cui converge la coalizione che ha trionfato in regione. Ma gli «occhiutos» temono la beffa al fotofinish.

Il distacco con cui la destra ha prevalso al primo turno pare svanito in queste due settimane. Franz Caruso ha ottenuto endorsement di peso: dalla candidata 5S Bianca Rende fino all’ex assessore dello stesso Mario Occhiuto (ma che degli Occhiuto non vuol proprio saperne più) Francesco Di Cicco. Insieme fanno il 20%. Con questo tesoretto Franz Caruso si presenta ottimista all’appuntamento decisivo. Potrebbe essere una svolta per la città bruzia. Dopo un decennio di «città vetrina» in cui l’archistar Mario Occhiuto l’ha trasformata in un cantiere permanente.

Dal ponte di Calatrava ai parasole che fece installare a piazza Bilotti, passando per le sculture enormi di plastica colorata (Cracking art) e finanche ai dinosauri sul Corso Mazzini. E poi le gaffe di natura storica. Come dimenticare quel depliant con Himmler testimonial del mito di Alarico e che fece inorridire mezzo mondo perché presentato a Milano alla Borsa Italiana del turismo… Di molte delle opere pubbliche realizzate in questo ultimo lustro, gran parte delle quali progettate dal sindaco socialista Giacomo Mancini in anni precedenti, si fatica peraltro a comprenderne la funzione e il costrutto. Agli endemici drammi di malasanità e disoccupazione si unisce una viabilità labirintica, intervallata da pompose piste ciclabili. Effimeri, e per niente risolutivi, sono stati gli interventi sulla rete idrica. Il suggestivo centro storico versa in condizioni pietose ed è scosso da crolli continui di edifici fatiscenti. Un florido associazionismo riempie solo in parte le voragini lasciate dalle istituzioni.

L’Occhiutolandia lascia dietro di sé un alone da «grande bellezza», tanto vacua quanto effimera. E non proprio a costo zero. Anzi. La città è finita in default. La Corte dei Conti lo ha sentenziato due anni fa. E da allora per riassestare il bilancio a Cosenza hanno operato i commissari.
Cosenza forse ora vuol cambiare strada. Con il suo Caruso socialista.