Ci hanno lavorato un anno intero, il risultato è suo modo storico: “E’ stato raggiunto un grande accordo in Lamborghini – tirano le somme Michele De Palma, segretario generale Fiom Cgil e Simone Selmi, segretario generale della Fiom di Bologna – un accordo frutto dell’intelligenza contrattuale, di un modello di relazioni industriali e della forza sindacale, che apre l’epoca della settimana di lavoro di quattro giorni per le metalmeccaniche e i metalmeccanici”.

Nell’ipotesi di accordo sul contratto integrativo aziendale tra la Rsu, la Fiom, la Fim Cisl e Automobili Lamborghini, si prevede infatti la riduzione dell’orario di lavoro con l’alternarsi di una settimana da 5 giorni e di una da 4 per il personale di produzione o collegato che lavora su due turni (mattina e pomeriggio) e nel turno centrale, per una riduzione complessiva di 22 giornate di lavoro all’anno; una settimana da 5 giorni e due da 4 per il personale di produzione o collegato che lavora su tre turni (mattina, pomeriggio e notte), per una riduzione complessiva di 31 giornate di lavoro all’anno; 16 giorni in meno all’anno per il personale operaio non collegato alla produzione e 12 giornate in meno per il personale impiegatizio, che potrà inoltre lavorare in smart working fino a 12 giorni al mese.

“Oltre alla consistente riduzione dell’orario di lavoro – spiegano ancora De Palma e Selmi – è previsto l’aumento del salario, 500 nuove assunzioni, un percorso di miglioramento sugli appalti continuativi del sito, il consolidamento e l’implementazione dei diritti, e la tutela delle differenze”. Nel dettaglio, la cifra che sarà erogata annualmente ai dipendenti, in aggiunta a quanto previsto dal contratto nazionale, salirà da 13.500 a circa 16.000 euro (di cui 4.000 variabili e 12.000 certi). E con la busta paga di novembre arriverà un premio straordinario di 1.063 euro, legato al sessantesimo anniversario dell’azienda di Sant’Agata Bolognese, che oggi fa parte del gruppo Volkswagen.

Sono stati introdotti anche strumenti per il miglioramento delle condizioni delle lavoratrici e dei lavoratori in appalto: l’intesa prevede misure che ostacolino i contratti pirata, e che incentivino accordi integrativi di secondo livello all’interno della comunità del sito produttivo. Ora la parola passerà ai 2.100 lavoratrici e ai lavoratori, che dovranno esprimersi attraverso un referendum.