Tutti a piangere per il piccolo film romantico di Xavier Dolan girato in 48 giorni a Montreal, Matthias et Maxime – in concorso, storia d’amore fra due amici, Matt e Max, Gabriel D’Almeida Freitas e lo stesso Dolan, che si conoscono fin da quando erano piccoli, ma non avevano ancora capito la reale natura dei loro sentimenti. Lo capiscono quando Max, senza lavoro, colpito da una voglia viola sul volto e massacrato da una mamma impossibile, la Anne Dorval di Mommy, decide di andarsene per due anni in Australia. E Matt, ricco e giovane avvocato di belle speranze, con padre potente a Chicago, fidanzato con una ragazza scialbina, dopo un bacio dato per gioco all’amico nel cortometraggio artistico della sorella di Marco, altro ragazzo del loro clan, si rende conto che non si può più fingere.

SOLO che non sarà facile per lui liberarsi e accettare un sentimento che va oltre l’amicizia. Dolan costruisce la sua storia con delle scadenze precise, mancano quindici giorni, cinque giorni, un giorno. Man mano che la partenza si avvicina capiamo che Matt e Max non sanno come avvicinarsi ma qualcosa dovrà esplodere fra loro. Eppure Matt seguita a far la vita borghese di sempre, a portare a spasso un giovane avvocato anglofono apparentemente machista, Max a macerarsi con la mamma che vuole togliergli anche i soldi del suo viaggio. L’unica che si dimostra gentile con Max è la mamma di Matt, che forse sa da sempre e che ha pure preparato una festa per la sua partenza. Ma quando gli amici si incontrano si sente solo la tensione che sale fra i due. Ma poi?

BENISSIMO costruito e recitato, è un buon ritorno di Xavier Dolan a casa, al tipo di cinema che sa fare meglio, commedia iperparlata con sentimenti che scoppiano. E vedendolo ci rendiamo conto conto di quanto, malgrado i tanti film che ha girato tanto da farlo sembrare un autore consumato proprio a Cannes dove esordì più di dieci anni fa, sia poco più di un ragazzo.