Nicola Abrate conosce tutto di quella azienda. Le mani giunte, i gomiti appoggiati alla scrivania, racconta quasi a se stesso a bassa voce, come in una confessione laica: «Pensa che quando sono entrato in fabbrica i capannoni erano incompleti, mancavano i tetti, le porte, c’erano solo un paio di binari dai quali arrivavano le carrozze. Sono stato uno dei primi, e ci ho lavorato fino alla chiusura». Cinque anni al centro di uno dei quartieri più popolari di Avellino, otto ore a scrostare amianto col raschietto nelle carrozze ferroviarie delle Ferrovie dello Stato all’Isochimica di Elio Graziano, il rozzo tangentista...