Il 15 maggio 2017 la città di New York ha adottato la prima legislazione americana a tutela dei mancati pagamenti dei lavoratori freelance e contro il lavoro gratuito (Local Law 140, 2016). Il «Freelance Isn’t Free Act» prevede il pagamento di lavori da 800 dollari in su entro trenta giorni; protegge dalle ritorsioni dei committenti; accresce le sanzioni contro chi rifiuta di pagare raddoppiando le richieste di danni e i compensi degli avvocati che difendono i lavoratori.

Norme considerate un deterrente per evitare di arrivare in tribunale e convincere i committenti a conciliare. È previsto che un ufficio dell’amministrazione invii una lettera certificata entro dieci giorni dalla scadenza del pagamento denunciando la presunta violazione dell’accordo scritto tra il freelance e il committente.

Questo è il risultato di una lunga campagna condotta dalla Freelancers Union, la più grande associazione sindacale dei freelance al mondo con più di 350 mila iscritti negli Stati Uniti. Basata a New York, dove raccoglie la metà degli iscritti, l’organizzazione guidata dall’avvocatessa del lavoro Sara Horowitz ha condotto una campagna fatta da sit-in e manifesti nella metropolitana della Grande Mela. Il sindaco Bill De Blasio ha firmato, inaugurando una nuova stagione nella storia del lavoro autonomo.

Nello stesso giorno in cui è entrata in vigore la legge, la Freelancers Union ha lanciato la «Freelancers Union App», un’applicazione per smartphone che connette i lavoratori con gli avvocati specializzati nella materia. La legge, e la app, cercano di risolvere un problema non secondario per il lavoro povero dei freelance. Molti di loro non sono in grado di pagare le spese delle cause. Di conseguenza gli avvocati preferiscono non seguirle. Con il «Freelance Isn’t Free Act» Sara Horowitz si augura di avere trovato una soluzione al ritardo, o mancato pagamento, una delle piaghe del lavoro autonomo e precario con l’assenza di tutele sociali e previdenziali.

Sara Horowitz, come funziona la vostra app?

Abbiamo organizzato gli avvocati che aderiscono al nostro sindacato in una gilda di freelance. La app permette a chi ne ha bisogno di individuare, in tempo reale, gli avvocati disponibili, in base alle competenze da loro richieste. Quando un lavoratore viene fregato, va online e trova immediatamente un avvocato. Quest’ultimo è stimolato a rispondere perché, se vince la causa, è pagato in base al meccanismo della doppia penalizzazione. In più non è necessario che agisca solo la Freelancers union, il meccanismo può essere avviato anche da altri gruppi.

Perché considerate una vittoria questa legge?

Lo è per i freelance che perdono i soldi, e comunque un committente possibile in casi di mancato pagamento, e in più devono pagare la parcella degli avvocati e i danni civili. La legge prevede che il freelance riceva un contratto scritto che descrive il lavoro da fare, l’aliquota e il metodo di pagamento e la data entro la quale effettuarlo. Per noi è una vittoria perché ha permesso di individuare uno strumento contro lo sfruttamento. Ogni anno, in media, un freelance perde 6.390 dollari in mancati pagamenti negli Stati Uniti.

Quali sono le categorie di lavoratori interessati?

Per freelance noi intendiamo lavoratori che aprono una ditta individuale, contrattisti indipendenti, a termine, a giornata, lavoratori con il secondo lavoro, gli auto-impiegati. Da anni discutiamo di questa forma del lavoro che rappresenta un terzo della forza lavoro negli Stati Uniti. Queste persone pagano le tasse, ma non hanno quasi mai accesso alla tradizionale sicurezza sociale pensata per i lavoratori salariati e devono fare i conti con redditi molto instabili. Per questa ragione la legge di New York, dove si concentra una larga parte di freelance, è molto importante.

Negli Stati uniti il mutualismo è considerato uno strumento per affrontare i problemi di questa forza lavoro. Voi come lo intendete?

Stiamo cercando letteralmente di insegnare al nostro mondo una strategia mutualistica. Le nostre economie sono basate principalmente sul libero mercato e sull’intervento statale pubblico. In tutto il mondo stanno emergendo bisogni sociali molto acuti che non sono soddisfatti da nessuno di questi attori. Il mutualismo è una risposta a un elemento mancante dell’economia. È una strategia di mutuo aiuto che emerge quando i gruppi si uniscono e riconoscono che hanno un bisogno e cercano di soddisfarlo. I freelance sono il gruppo predominante nel nuovo lavoro e possono avanzare richieste che il governo, e il mercato, non riescono ad affrontare. La coscienza intellettuale collettiva non è ancora matura, ma la nostra esperienza ventennale dice che abbiamo bisogno di organizzazione, di leggi, di organizzazioni come SMart e Freelancers Union. Prima di essere una questione ideologica, la nostra è una ricerca basata sui bisogni.

Qual è la storia di questo nuovo mutualismo negli Stati uniti?

È iniziata negli anni Settanta nell’editoria e nei media. Il soggetto allora protagonista era la National Writers Union. L’istanza più importante per i freelance era già allora l’assicurazione sanitaria. Noi l’abbiamo applicata ai freelance in maniera più universalistica a partire dagli anni Novanta quando siamo stati in grado di svilupparla da soli. Dal 2004 a oggi lo applichiamo in quasi tutti i campi grazie al supporto del sistema nazionale e di quello non profit. Questa estensione è anche dovuta al fatto che la natura del lavoro sta cambiando in ogni settore.

Quali?

Quelli più grandi sono le piattaforme digitali, le arti, il giornalismo, gli autori di contenuti. Abbiamo creato anche una compagnia di assicurazione. Con la riforma sanitaria di Obama è diventata una cosa del governo, ma purtroppo la compagnia è finita fuori mercato. Quando Obama perse le elezioni, e alla camera è stata eletta una maggioranza repubblicana noi abbiamo perso l’appoggio. La cosa folle è che non c’era l’intenzione di danneggiarci, non era un problema ideologico, anche perché il settore è sviluppato a sufficienza.

Quali sono le differenze e le identità tra voi e i sindacati tradizionali?

Anche noi, come i sindacati, associamo le persone attorno a bisogni e valori comuni e usiamo i principi della solidarietà e della mutua assistenza per risolvere problemi comuni. Diversamente da loro non partecipiamo alla contrattazione collettiva. È un modello che non funziona per una forza lavoro diffusa che lavora in maniera autonoma. Per questo abbiamo creato un altro tipo di negoziazione.

Cosa accadrà con Trump?

C’è molta preoccupazione. Siamo solo all’inizio, ma nei prossimi dieci anni i trend diventeranno più evidenti. Il governo non sarà in grado di assicurare politiche per gli ammortizzatori sociali. Faranno tutto per il mercato con le sue impennate e i suoi crolli, e noi avremo bisogno sempre di più di mutuo aiuto e solidarietà per restare insieme.

Cosa rappresenta il mutualismo oggi per la sinistra?

È un modo per tornare in possesso di un ruolo sociale. Se non riuscirà a praticarlo, la sinistra continuerà a declinare.

Serve a creare una nuova società o a soddisfare meglio le esigenze del mercato?

Sono arrivata alla conclusione che è necessario assicurare innanzitutto una sicurezza sociale e economica a tutti. Questa è la questione politica a cui il mutualismo può iniziare a dare una risposta. Ti aiuta a creare un data-base, un reddito e a combattere il suo furto. Questo permette di avere fiducia nel futuro e a pianificare una vita a lungo termine. Il passo naturale successivo è costruire un’idea politica su cosa dovrebbe essere il meglio per la collettività. Mi rendo conto che la gente pensi che il primo passo di questa strategia è neoliberale. Bisogna invece fare un altro passo per capire che il mutualismo è un modo per lavorare insieme. I nuovi gruppi mutualistici traggono il potere dalla forza di una comunità estesa, dal sentimento di solidarietà e dalle connessioni economiche che rendono un gruppo più forte di un individuo.

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FREELANCERS UNION: FARE COALIZIONE, FEDERARE I NON AFFILIATI

FREELANCING ISNT FREE

Fondatrice della prima «federazione dei non affiliati», la Freelancers Union (sito web: www.freelancersunion.org), Sara Horowitz viene da una tradizione familiare nel sindacato. Suo nonno è stato il vice-presidente della International Ladies Garment Workers Union (Ilgwu), uno dei più forti sindacati progressisti statunitensi nella prima metà del secolo scorso che diede rappresentanza agli immigrati italiani ed ebrei a New York . Nel 1995 Horowitz ha fondato «Working Today» a New York per rappresentare i bisogni della forza lavoro indipendente. Nel 2001 è il turno della Freelancers Union. Nel 2008 è nata la Freelancers Insurance Company, a cui aderiscono 25 mila persone. La riforma Obama della sanità ha coperto, in parte, le esigenze della platea a cui si rivolgeva la compagnia. Ciò che assicura la Freelancers union è l’accesso alle cure dentistiche, il sostegno alla previdenza e all’assicurazione sulla vita. Nel 2014 è stata promossa la «National Benefits Platform», che permette ai freelance americani di accedere a questi benefici a costi contenuti. Dal 2013 Sara Horowitz è entrata nel board della Federal Reserve (Fed) di New York, la banca centrale, per tutelare gli interessi della popolazione di New York in qualità di direttrice di «classe C» come stabilito dal Federal Reserve Act del 1913.

Alla coalizione di organizzazioni sindacali e mutualistiche a cui fa riferimento la Freelancers Union aderisce anche La National Domestic Workers Alliance, una rete di sessanta organizzazioni con 20 mila iscritti che lotta e tutela i diritti delle lavoratrici e dei lavoratori domestici. Il Manifesto ne ha parlato il 17 giugno scorso, ospitando un contributo di AI Jen Poo, la direttrice di una delle realtà all’avanguardia nell’auto-organizzazione dei lavoratori indipendenti negli Stati Uniti. Della coalizione fa parte anche la «New Economy Coalition», una rete di 200 cooperative e imprese sociali, basate in 29 stati Usa e in cinque province canadesi, che ha l’obiettivo di «rendere il capitale uno strumento del popolo». In Italia la Freelancers Union è associata a Acta.