«Continuiamo a sentire la stessa domanda: Dove devo andare?», ha scritto l’Unrwa ieri. L’agenzia dell’Onu per i rifugiati palestinesi ha spiegato che ben presto non ci saranno più posti dove andare per gli sfollati gazawi: l’esercito israeliano ha posto più dell’80% della Striscia «sotto ordine di evacuazione o ha designato territori come zona interdetta».

Stando alle cifre diffuse dai funzionari palestinesi, i nuovi ultimatum dell’esercito israeliano riguardano ben 400mila persone. La cosiddetta «zona sicura» nella Striscia, ovvero al-Mawasi, è ormai sono solo un punto sulla mappa e trovare scampo dalla guerra è impossibile. Senza contare che l’area ha infrastrutture fatiscenti o limitate «per sostenere le masse di civili che sono già state sfollate lì», ha scritto il capo dell’Unrwa, Philippe Lazzarini, su Twitter.

Intanto le forze armate israeliane continuano a lanciare ordini di evacuazione che, accusa l’Unrwa, sono «emessi da una parte che sta contemporaneamente aumentando l’intensità dei suoi attacchi contro le aree da cui è stata ordinata l’evacuazione e mettono i civili in maggiore pericolo».

COME LUNEDÌ a Khan Younis, quando l’aviazione di Tel Aviv ha lanciato un ultimatum per l’evacuazione, salvo poi bombardare pochi minuti dopo. Dopo due giorni di scavi tra le macerie i soccorritori hanno portato alla luce 89 corpi, ma ci sono almeno altri 50 dispersi. I feriti, secondo fonti palestinesi, sarebbero almeno 250.

Cadaveri e feriti sono stati trasportati al vicino ospedale Nasser da cui i medici hanno lanciato un appello per ricevere «forniture immediate» di farmaci e attrezzature al fine di scongiurare «il collasso» del centro. In un comunicato ufficiale, l’esercito israeliano ha dichiarato che l’aviazione ha preso di mira oltre «50 siti utilizzati dai gruppi terroristici» mentre la fanteria ha effettuato diversi raid nel centro urbano e nelle aree limitrofe.

Nel campo profughi di Bureij, nella parte centrale della Striscia, altre nove persone sono state uccise da un attacco israeliano. Tra queste, quattro bambini. Secondo l’agenzia di stampa palestinese Wafa, anche a Bureij «la situazione si sta deteriorando e l’esercito israeliano sta avanzando lentamente e in profondità nel campo distruggendo le case».

MA NON C’È solo il territorio di Gaza nel mirino delle operazioni belliche israeliane. A Tulkarem, in Cisgiordania, un raid ha ucciso cinque persone, tra cui una donna e sua figlia, e almeno un comandante delle brigate Al-Qassam (anche se alcuni report parlano di tre miliziani) di nome Ashraf Nafeh.

La Mezzaluna Rossa palestinese ha denunciato di essere stata bloccata dai soldati israeliani e di non aver potuto prestare soccorso ai feriti. Oltre al bombardamento dal cielo, a Tulkarem sono entrati i bulldozer corazzati israeliani che hanno imperversato nel campo profughi «distruggendo», secondo Al Jazeera, «case e infrastrutture pubbliche». Sono molti i feriti durante l’assalto, «che è durato ore», e alcuni sono in condizioni critiche.