Si continuerà a discutere per molto tempo della sentenza del Tribunale di Roma. Una «sentenza di mezzo», per usare un’espressione cara a Carminati che, se per metà da torto all’impianto della Procura, dall’altro conferma, anche attraverso condanne esemplari, il rigore delle indagini, la documentazione dei fatti e la gerarchia delle responsabilità ricostruite dall’accusa sia nella sfera dell’organizzazione criminale che nel mondo della politica e della pubblica amministrazione. Intanto un’organizzazione c’è, criminale, con un vincolo associativo e un livello di omertà – pari a qualunque contesto mafioso – che ha portato a due secoli e mezzo di condanne senza «pentiti». Ora...