Doveva essere la “diva” della Festa della musica, ieri 21 giugno, sul palco allestito presso il Tempio di Venere, con vista aperta sul Colosseo. Invece la celebre cantautrice maliana Rokia Traoré è stata arrestata all’aeroporto di Fiumicino al suo arrivo in Italia, sulla base di un mandato di cattura europeo.

La storia risale al 2019 e al centro c’è l’affidamento conteso della figlia che l’artista ha avuto con il suo ex marito, il drammaturgo belga Jan Goosens. La magistratura di Bruxelles la accusa di non aver rispettato la decisione del giudice di affidare la minore al padre e soprattutto le contesta il reato di sequestro di persona e presa in ostaggio per averla portata a vivere con sé in Mali.

Traoré era stata arrestata già nel 2020 a Parigi ma dopo alcuni giorni di carcere era stata rilasciata, con il divieto di lasciare il territorio francese. L’artista aveva invece scelto di rientrare in Mali con un volo privato, portando con sé la figlia. In quell’occasione aveva spiegato di essere «sconvolta per l’uso del mandato d’arresto europeo, che di solito viene emesso nel quadro della lotta al terrorismo (…) per una cosa che si sarebbe dovuta risolvere nell’ambito del sistema giudiziario maliano, poiché si trattava della sicurezza e della crescita di una bambina cittadina maliana che vive in Mali».

L’ambasciatore del Mali in Italia in queste ore sta cercando di farle ottenere i domiciliari, in attesa che il giudice decida se estradarla o meno in Belgio. La notizia dell’arresto della cantante 50enne, da oltre 25 sulle scene internazionali, ha avuto una certa eco sui media francesi e maliani. In Italia l’unica notizia circolata è quella pubblicata sul sito del Parco archeologico del Colosseo, che organizzava l’evento “Venere in Musica”, secondo cui il concerto è stato annullato «per una indisposizione dell’artista».