«Così come 80 anni fa fermammo il feroce nemico nazista, oggi sconfiggeremo il governo di Kiev e i suoi alleati». Si potrebbe riassumere così il discorso che il presidente russo Vladimir Putin ha tenuto ieri, in occasione dell’ottantesimo anniversario della vittoria sulle forze dell’Asse a Volgograd, per l’occasione addobbata come la Stalingrado che fu, con tanto di toponomastica modificata ad hoc.

LA PECULIARE coincidenza, quando si dice la ciclicità della storia, è che effettivamente in questi giorni ci sono panzer tedeschi in movimento verso il confine russo e al capo del Cremlino questo ghiotto parallelismo non poteva che far gioco. «La Russia è nuovamente minacciata dai carri armati tedeschi» ha detto, riferendosi ovviamente ai Leopard 2 tedeschi che il governo di Olaf Scholz ha recentemente acconsentito a inviare alle forze armate ucraine.

Nelle parole di Putin il fatto che sia stata la Russia a invadere l’Ucraina sembra non avere importanza e il ribaltamento semantico arriva fino a proclamare che Mosca è in pericolo, proprio come se si trattasse di una congiura internazionale. «Ci sono tentativi di spingere l’Europa, Germania compresa, alla guerra con la Russia» ha spiegato di fronte all’adunata il capo, ma «siamo sicuri della nostra vittoria» in quanto chi si aspetta «di vincere sul campo di battaglia non capisce che la guerra moderna con la Russia sarebbe un’altra cosa». Nel testo diffuso in serata dall’agenzia russa Interfax, figura anche la solita minaccia non più molto velata al ricorso ad armi più distruttive.

INSOMMA, LA RETORICA governativa di Mosca si conferma nei suoi punti chiave e nella rievocazione di simboli, cari a ogni totalitarismo, legati a un passato eroico minacciato dal nemico alle porte. D’altronde lo sciovinismo, anche a un livello così spudorato, non è stato inventato da Putin e non stupisce così tanto che in un momento di forte crisi il capo vi faccia ricorso a pieni polmoni. Stupisce molto di più che tale retorica riesca immancabilmente a trascinare l’umanità in guerre sanguinose, nonostante tutta la distruzione che esse comportano. Intanto, secondo l’Economist democracy index, la classifica stilata dalla testata britannica ogni anno, nel 2022 la Russia è passata dal 122° posto al 146° (su 165 Paesi totali). L’Ucraina si conferma quasi stabile all’87° posto.

A proposito di distruzione, mentre il presidente russo tuonava dal palco di Volgo-Stalingrado, a Kramatorsk (capitale del Donetsk ucraino) si piangevano nuovi morti per l’ennesimo bombardamento russo. Secondo il governatore regionale, Pavlo Kyrilenko, «i russi hanno preso di mira il centro della città con due razzi che hanno danneggiato un reparto pediatrico, 16 edifici e una scuola. Alcuni colleghi giornalisti presenti in città al momento del bombardamento riferiscono di forti esplosioni nei pressi del centro e al momento il bilancio è di 5 feriti, che si sommano ai 20 e alle 3 vittime della notte precedente, sempre nei pressi del centro. Anche Kherson è stata nuovamente bombardata e almeno una donna è rimasta uccisa, probabilmente a causa del crollo del tetto della propria abitazione.

PER KIEV LO STATO MAGGIORE russo starebbe preparando una poderosa offensiva per la fine di febbraio. Secondo il ministro della difesa, Oleksiy Reznikov: «pensiamo che, dato che (il Cremlino, ndr) vive di simbolismo, cercherà di fare qualcosa intorno al 24 febbraio». Reznikov ha anche aggiunto che socondo i rilevamenti aerei ucraini le forze nemiche potrebbero avere fino a 500 mila uomini pronti all’azione da distribuire lungo il fronte est (Donbass) e sud (Zaporizhzhia e Kherson).

IL PRESIDENTE UCRAINO Volodymyr Zelensky ieri ha insistito su questo punto dichiarando che «ora la Russia sta concentrando le sue forze, lo sappiamo tutti. Si sta preparando a vendicarsi, non solo contro l’Ucraina ma anche contro l’Europa e il mondo libero». D’accordo anche il premier polacco Mateusz Morawiecki, secondo il quale Putin «non si arrende mai», quindi «possiamo aspettarci un nuovo tentativo di impadronirsi della capitale ucraina».

Tuttavia, stando alle dichiarazioni del portavoce del Cremlino Dmitry Peskov, non ci sarebbero eventi programmati per il primo anniversario dall’inizio dell’operazione militare speciale. Peskov ha anche ricordato che «la Russia ha il potenziale e man mano che appaiono nuove armi fornite dall’Occidente collettivo, la Russia utilizzerà il suo potenziale esistente nel modo più completo». In un’altra sede il ministro degli esteri di Mosca, Sergei Lavrov, ha ribadito ancora una volta che l’Ucraina e l’Occidente diffondono «bugie», riferendosi in particolare a quelle «che si sentono ora sul nostro rifiuto di negoziare».