Dopo il flop delle primarie a Torino, con 12mila votanti contro i 50mila che nel 2011 scelsero Fassino, al Nazareno cercano di vedere il bicchiere mezzo pieno. «Non mi preoccupa la scarsa partecipazione», dice Enrico Letta, «sono le prime attività del post Covid, sono molto più ridotte perché c’è in generale una ripartenza lenta, è nella logica delle cose». «Aspettiamo di vedere come vanno le primarie a Roma e Bologna, su cui l’attenzione pubblica si è più concentrata», gli fa eco il vicesegretario Giuseppe Provenzano.

MENTRE A ROMA le primarie del 20 giugno si avvicinano pigramente, senza pathos, con Roberto Gualtieri vincitore scontato e l’obiettivo di 50mila votanti appare difficile da raggiungere vista anche l’assenza di confronti tra i 7 candidati (oggi pomeriggio in uno stabile occupato è previsto l’unico dibattito), a Bologna si respira un’aria molto più elettrica: quello stesso giorno tornerà capitale della politica.

DOPO IL FLOP dell’alleanza nella Capitale e dopo il patto di Napoli tra Pd e M5S, in queste ore i due leader Letta e Conte si stiano prodigando per sostenere sotto le due torri l’assessore Matteo Lepore, candidato Pd sfidato ai gazebo dalla renziana Isabella Conti, che ha ottenuto l’appoggio di dirigenti di peso del Pd e rischia di trascinare alle primarie un pezzo di elettori di centrodestra.

«Il centrodestra sta cercando di inquinare le primarie», l’allarme lanciato da Lepore. «Vedo troppi esponenti di quelle forze politiche che dicono che verranno a votare a i gazebo». La sfida di Bologna non è solo tra due persone, ma tra due proposte politiche incompatibili: Lepore ha raccolto con sé tutta la sinistra e il M5S, partiti che mai sosterrebbero Conti alle elezioni vere.

LA SINDACA DI SAN LAZZARO, dal canto suo, ha in mente un progetto civico, senza paletti di partito, piace a destra e, se dovesse vincere, per il Pd sarebbe molto complicato sostenerla alle elezioni. Considerato anche che in nessuna delle città al voto Italia viva è alleata del Pd, meno che mai a livello nazionale. Un pasticcio.

Di fatto le primarie di Bologna sono diventate ubn test nazionale per la coalizione che Letta e Conte hanno in mente a livello nazionale. E la partita si è fatta così delicata che persino il leader M5S è sceso in campo con una lettera al Carlino, schierando il M5S per Lepore. «Sono fortemente convinto che a Bologna ci siano le condizioni migliori per sviluppare questo laboratorio politico basato sul dialogo e la collaborazione fra M5S, Pd, la lista Coraggiosa e le altre civiche che hanno aderito a questo progetto. Il terreno è fertile e i tempi sono maturi», scrive Conte.

Secondo lui, l’unico candidato «credibile» per questa operazione è Lepore, di qui «il sostegno convinto» dopo aver fatto «un grande lavoro di avvicinamento e di confronto su importanti temi che hanno posto le basi per una solida coalizione».

«Un onore il suo sostegno, Bologna contribuirà a rafforzare il campo nazionale dei progressisti e dei democratici», la reazione di Lepore. «Anomalo l’intervento di Conte, M5S non partecipa alle primarie, i bolognesi non sono cavie da laboratorio», la replica di Conti.

LETTA OGGI SARÀ IN CITTÀ per Lepore. «La sua forza è avere fatto due cose significative: è stato un grande interprete del rilancio delle periferie, ed è stato un grande testimonial del turismo a Bologna. I due temi mettono insieme l’innovazione e la coesione sociale, sarà un ottimo sindaco», dice il leader Pd. Anche Nicola Zingaretti si schiera con Lepore: «Bologna ha bisogno di persone come te che conoscono e vivono la città da sempre e da molti anni sono impegnati per migliorarla costantemente».

C’È DUNQUE UN ASSE di ferro Pd-5 stelle contro i renziani che riapre la ferita della caduta del governo Conte 2. Mentre a Roma i due partiti sono più che mai divisi, con Conte che elogia Raggi («sta facendo molto bene dopo oggettive difficoltà iniziali») e invita i dem a votarla al ballottaggio.

«Il Pd dà un giudizio negativo su come è stata amministrata Roma in questi 5 anni, al ballottaggio andrà Gualtieri», la replica di Letta che ieri ha accompagnato il candidato Pd nel quartiere di Tor bella Monaca: «Roma sarà la madre di tutte le battaglie. C’è bisogno di voltare pagina e Gualtieri è la persona giusta per farlo», la sferzata del leader Pd.

L’effetto di questa alleanza a macchia di leopardo è spiazzante, con le carezze a Bologna e Napoli e mazzate nella Capitale, e il grande rebus della Calabria. Ma questo è lo stato dell’arte nel nascente campo progressista.