A seguito della bocciatura della legge di bilancio nell’ottobre scorso, il presidente della Repubblica Marcelo Rebelo de Sousa ha messo fine a una legislatura che era iniziata nell’ottobre del 2019. Il 30 gennaio prossimo i portoghesi saranno chiamati alle urne per rinnovare l’Assembleia da Republica in un contesto che, per forza di cose, è profondamente cambiato rispetto a quello di tre anni fa.

Intanto perché a sinistra c’è stata una spaccatura particolarmente violenta. Da un lato ci sono il Bloco de Esquerda (Be) e il Partido Comunista Português (Pcp) che, invece di prendere la strada dell’astensione, hanno deciso di votare contro l’Orçamento affossando il governo Costa, e dall’altro i socialisti, che hanno rifiutato qualsiasi mediazione che potesse evitare lo scontro totale.

I SONDAGGI MOSTRANO un Partido Socialista (Ps) ancora molto forte, al 38%, rincorso a stretto giro dal centro-destra (Partido Social Democrata, Psd) al 30-33%. Dietro inseguono Chega, l’estrema destra populista guidata da André Ventura, al 6%, Be e Pcp al 5% e Iniciativa Liberal (Il) al 4-5%. Insomma un ridimensionamento delle forze di sinistra a favore della destra ed estrema destra.

Per capire meglio però vale la pena tradurre le percentuali di voto in seggi. Il sistema elettorale portoghese è sì proporzionale ma, sulla stessa linea della Spagna, ha circoscrizioni molto piccole, a eccezione di Lisbona e Oporto, che garantiscono la rappresentanza anche a forze minori, ma che comunque tende a premiare i partiti più grandi.

RISPETTO ALLE ELEZIONI del 2019, secondo i sondaggi a perdere sono soprattutto il Be che passerebbe da 19 deputati a 8 e il Pcp da 12 deputati a 8. Meglio i socialisti, che potrebbero addirittura rafforzare il proprio gruppo. Insieme le formazioni progressiste (Ps, Be e Pcp) potrebbero passare da 140 a 110/129 deputati massimo. La maggioranza assoluta è di 115 deputati, quindi il rischio è che, anche se ci fosse la volontà, non sarebbe comunque più possibile una riedizione, comunque improbabile, della Geringonça.

A CRESCERE PIÙ DEGLI ALTRI a destra del campo conservatore è Chega, che passa da un deputato a 8, Il che potrebbe crescere da 1 a 5 deputati e infine il Psd che da 80 deputati potrebbe salire a 90-100. Se questi dati verranno confermati alle elezioni neanche la destra avrà la maggioranza in parlamento e poi al momento non è ancora del tutto chiaro se Chega venga considerato o no un possibile alleato per una possibile coalizione di governo.

Come è ovvio stiamo parlando di sondaggi e quindi la possibile vittoria del Ps, con o senza maggioranza assoluta, non deve essere data per scontata. Si teme cioè il cosiddetto «effetto Lisbona», quando cioè i socialisti, convinti di riconfermare facilmente Fernando Medina alla guida della città, si sono ritrovati l’amara sorpresa di una sconfitta del tutto inaspettata.

LA PANDEMIA PESERÀ sulle elezioni? Difficile dare una risposta univoca. I contagi registrati il 21 gennaio scorso sono al loro valore più alto dal febbraio 2021, circa 60 mila, e i morti 50.

Eppure, nonostante tutto la campagna elettorale è stata più o meno normale. Il dibattito sulla pandemia in Portogallo non ha mai assunto i toni apocalittici che ha assunto in Italia. E non solo: l’audience per i dibattiti televisivi tra i leader di partito ha raggiunto livelli record. Uno fra tutti lo scontro tra il candidato socialista e attuale primo ministro António Costa e il suo principale rivale il leader del Psd Rui Rio che è stato visto da circa 3 milioni e mezzo di spettatori.

IN GENERALE IL PORTOGALLO ha affrontato la pandemia in modo molto pragmatico cercando di non fare guerre di religione. La criminalizzazione di chi non si voleva vaccinare è stata volutamente evitata. Quando è stato necessario non si è avuto paura del voto, evitando la retorica deleteria dell’unità nazionale per affrontare il nemico. Il sistema politico ha retto bene, mantenendo il normale funzionamento istituzionale e la giusta dialettica tra governo e opposizione. Ma in modo pragmatico è stata affrontata anche la questione dell’esercizio del voto facendo in modo che anche chi è confinato possa esercitare il proprio diritto, sia attraverso una piattaforma che permette il voto anticipato a distanza sia permettendo a chi è positivo di recarsi al seggio. Insomma nel piccolo paese lusitano la democrazia, per il momento, ha continuato a funzionare.