I polacchi tornano alle urne oggi per le elezioni parlamentari dopo la vittoria della destra populista di Diritto e giustizia (PiS) nel 2015. La formazione fondata dai fratelli Kaczynski ha lanciato un appello per mobilitare la «Polonia profonda» poco prima del silenzio elettorale scattato dopo la mezzanotte di venerdì: «Il risultato di domenica potrebbe essere deciso da poche centinaia di voti in un villaggio o in una cittadina», ha dichiarato il premier uscente Mateusz Morawiecki al canale statale Telewizja Polska (Tvp).

In verità il PiS usa la retorica dell’ora o mai più per conquistare anche i voti dell’elettorato di provincia ancora indeciso. Gli ultimi sondaggi infatti attribuiscono all’attuale maggioranza tra il 41 e il 45% delle preferenze. A dettare la linea editoriale della televisione pubblica il presidente filo-PiS Jacek Kurski scelto dal Consiglio dei media nazionali (Rmn) controllato dal governo. Nei notiziari le dichiarazioni dei politici vengono presentate in modo fazioso per trasmettere l’idea che una sconfitta del PiS significherebbe la fine del programma statale di assegni familiari «Rodzina 500+» la cui copertura è stata estesa a luglio scorso anche ai primogeniti.

I DATI PUBBLICATI dall’Istituto centrale di statistica (Gus) mostrano che i 500 złoty al mese per figlio (circa 115 euro) offerti alle famiglie hanno inciso in maniera modesta sul tasso di natalità fino al 2017. A mancare almeno 200mila nascite per invertire il declino demografico. Ma la propaganda mediatica pro-PiS, pesantemente omofoba e anti-immigrati, fa anche leva sui sentimenti patriottici dei polacchi sottolineando ad esempio che l’opposizione non è disposta a riaprire la disputa sulle riparazioni di guerra con la Germania.

Quasi tutti i dibattiti pre-elettorali trasmessi da Tvp sono stati seguiti da almeno 2 milioni di telespettatori. Oltre alla tv di stato, il PiS può contare sul sostegno della Chiesa polacca. Le parole contenute in una missiva dell’arcivescovo di Poznan, Stanisław Gadecki, non lasciano spazio a dubbi: «I cattolici non possono sostenere programmi che promuovono l’aborto e provano a cambiare la definizione dell’istituto della famiglia». Anche se alcuni prelati si sono rifiutati di leggere la lettera durante la messa di domenica scorsa, la posizione del clero è destinata ancora una volta a incidere sulle intenzioni di voto.

Ancora più esplicita la posizione di Radio Maryja del prete redentorista eurofobo ed antisemita Tadeusz Rydzyk, la cui fondazione ha beneficiato di oltre 200 milioni di złoty (circa 46 milioni di euro) in finanziamenti statali da quando il PiS è tornato al potere. Rydzyk che è vicino al numero uno del PiS Jarosław Kaczynski ha organizzato una preghiera e un digiuno simbolico della durata di 5 settimane in favore della maggioranza.

LA PRINCIPALE FORZA all’opposizione è il partito liberale di centro-destra Piattaforma civica (Po) di Donald Tusk dato al 25% in coalizione con il partito liberale Nowoczesna (Moderna) e il piccolo partito dei Verdi. La formazione dell’ex primo ministro e presidente del Consiglio europeo ha annunciato un pacchetto di riforme che mira all’uguaglianza salariale, unioni civili e finanziamenti alle coppie che scelgono la fecondazione assistita. Ma sull’aborto, disciplinato in Polonia da una legislazione restrittiva che consente l’interruzione volontaria di gravidanza solo in tre casi: stupro e incesto, pericolo di vita per la donna incita, il Po non ha osato fare passi avanti. Il mantenimento dello status quo in questo ambito sembra l’unico compromesso accettabile per accontentare la corrente più conservatrice interna al partito.

Questa volta le forze di sinistra dovrebbero superare lo sbarramento dell’8% dopo essere rimaste fuori dal parlamento nel 2015. «Finalmente siamo riusciti a unirci in un unico blocco di sinistra. Vogliamo mostrare che i cittadini non sono condannati a scegliere offerte politiche di destra», ha dichiarato Robert Biedron leader di Wiosna (Primavera) che corre insieme a Lewica Razem e all’Alleanza della Sinistra Democratica (Sld). Ed è forse l’unica novità di queste elezioni in cui la vera posta in gioco sembra essere la conquista della maggioranza assoluta da parte del PiS, che però non è scontata.