La Francia avrà una nuova legge di bioetica. Il testo, 32 articoli, è da ieri in discussione all’Assemblée nationale, fino al 9 ottobre. La principale novità è l’estensione del diritto alla Pma (procreazione medicalmente assistita) alle donne sole e alle coppie di donne. Era una promessa elettorale di Emmanuel Macron alle presidenziali.

Il governo ha proceduto con i piedi di piombo, organizzando prima degli «stati generali di bioetica», poi consultazioni e commissioni, il tutto per sminare un terreno che resta controverso, nella speranza di evitare l’ondata di manifestazioni contrarie che nel 2012 aveva accolto il matrimonio per tutti. Chi era contrario allora al matrimonio degli omosessuali, oggi insorge contro la Pma per le coppie di donne (e già mette in guardia contro la Gpa, la gestazione per altri, che non è contemplata dalla legge e che il governo ha escluso esplicitamente). Ma il fronte anti-Pma – il nocciolo duro sono destra della destra e cattolici – sembra meno strutturato e determinato di quello che era sceso in piazza ai tempi della legge Taubira. La società, difatti, è pronta a regolamentare per legge una pratica ormai presente, visto che donne sole e coppie di donne vanno all’estero (Spagna, Belgio, Danimarca ecc.).

Le coppie di donne che faranno ricorso alla Pma dovranno fare una dichiarazione di riconoscimento preventivo del figlio di fronte al notaio, come già avviene per le coppie eterosessuali non sposate e sulla scheda della nascita ci sarà la dicitura: «madre» e «madre» (l’ipotesi di «genitore uno» e «genitore due», evocata nel periodo di preparazione della legge, è stata esclusa perché ha suscitato polemiche).

Finora in Francia il ricorso alla Pma era riservato alle coppie sterili eterosessuali in età di procreare, una delle leggi più restrittive in Europa. Con la nuova legge il diritto alla Pma passa dalla sola infertilità medica all’infertilità sociale. Non si tratta però di instaurare un «diritto al figlio», ha precisato il governo, che esclude nella prima stesura del testo anche la Pma post-mortem (con sperma congelato). La legge contiene anche novità sull’anonimato dei donatori. Introduce la possibilità per il donatore di dare il proprio consenso per la divulgazione dell’identità – alla maggiore età dei figli – ma senza introdurre il «diritto all’incontro», ha precisato la ministra della Sanità, Agnès Buzyn. Una parte della legge riguarda i trapianti, con un capitolo dedicato al dono tra vivi.

Viene anche affrontata la delicata questione dei test genetici e della diagnosi pre-impianto (già possibile dal ’94, ma sotto condizioni). La ricerca sull’embrione resta molto inquadrata. Uno dei problemi che vengono evocati, rafforzato dalla levata parziale dell’anonimità, è la scarsità dei donatori in Francia. È stato calcolato che con l’estensione della Pma le richieste aumenteranno di circa 2 migliaia. Ma in Francia (dati 2016), ci sono state 746 doni di ovociti e 363 di sperma, di fronte a 3mila richieste circa.