In una nota del ministero degli Esteri francese datata 24 settembre 1940 si legge testualmente: «Le autorità d’occupazione sospettano che il personale della moschea di Parigi fornisca in maniera fraudolenta a individui di razza ebraica certificati che attestano che le persone interessate sono di religione musulmana. All’imam è stato chiesto in maniera molto forte di porre fine a pratiche di questo genere».

CON BUONA PACE di Muhammad Amin al-Husayni, il Gran Muftì di Gerusalemme che durante la Seconda guerra mondiale ebbe un ruolo accanto ai vertici del Terzo Reich nello sterminio degli ebrei, ci furono invece musulmani che si comportarono in modo molto diverso e che gli ebrei li salvarono. La vicenda si svolge nella Parigi occupata dai nazisti e, dopo che, nel corso degli ultimi vent’anni, libri e film hanno ricostruito quei giorni, adesso arriva un romanzo per ragazzi e ragazze tradotto dall’inglese da Clara Serretta: La guerra di Safiyyah di Hiba Noor Khan (La Nuova Frontiera, pp. 349, euro 18.50) con una protagonista femminile.
Safiyyah è una ragazzina curiosa che sogna di esplorare il mondo. Gli oppressori temono sempre il potere dei libri (anche se lei ancora non lo sa): la sua passione per i viaggi e le mappe, insieme alla visione religiosa della sua famiglia e dei maggiorenti della Moschea, la condurranno, nel corso delle pagine, verso la Resistenza francese.
«È solo nei luoghi di culto e nelle biblioteche che si deve abbassare la voce, perché entrambi sono ambienti sacri, ciascuno a modo suo»: questo l’esordio del libro e la rivelazione della passione di Safiyyah per la biblioteca, in particolare per la sezione «mondo» dove sono conservate libri e carte geografiche. Ed è proprio la competenza nella lettura delle mappe della giovane protagonista che la porterà a guidare gruppi di ebrei in salvo dalla ferocia nazista attraverso i sotterranei della rete fognaria che dalla Grande Moschea di Parigi conducono fino alla Senna e alla salvezza.

ANCHE QUANDO perfino uscire dalla Moschea dove vive con la sua famiglia diventerà pericoloso, Safiyyah non rinuncerà a riversarsi in strade e vicoli di Parigi per portare aiuto a bambini rifugiati o consegnare le medicine a un vecchio botanico ebreo. Ma la ragazzina è una protagonista complessa: prova paura e affetto, rispetta e ammira il padre, ama la nonna, una donna sorridente, religiosa, con una passione per le arance ed è circondata da una famiglia ramificata e anti-nazista (abissalmente lontana dalle posizioni del Gran Muftì).
Sarà Summayyah, la cugina grande, che quando girare per la città sarà ormai impossibile le suggerirà di rendersi invisibile indossando l’hijab: «A noi hanno sempre insegnato che questo è un sacro atto di obbedienza nei confronti di Dio che ci permette di scegliere a chi mostrare determinate parti di noi, giusto? Ci viene insegnato che ci conferisce un potere e ci rende onore, ma adesso, Safiyyah, nella Parigi occupata dai nazisti mi sono resa conto che ha tutto un altro significato… anche questa è una forma di resistenza. Anche questo è potere».

COSÌ SAFIYYAH divenuta invisibile grazie all’hijab continuerà le sue scorribande per la città fino a quella nei sottorranei della Moschea, sotto gli occhi dei nazisti. Si calcola che dalla Grande moschea di Parigi passarono probabilmente millesettecento ebrei alla ricerca di un’ancora di salvezza: una storia di coraggio, fiducia e speranza in momenti disperati e molto, molto, lontani. Oggi apparentemente impossibile.

 

SCHEDA

Giornata della memoria

Per fare giungere il racconto della memoria fino a un presente tutto italiano e frastagliato dalle memorie nostalgiche del fascismo c’è Il discorso al Senato della Repubblica del 13 ottobre 2022 di Liliana Segre destinata dalla sorte, come senatrice più anziana, a inaugurare l’apertura del Senato prima dell’elezione di Ignazio La Russa. Un viatico destinato ai più giovani sulla centralità della «Costituzione repubblicana che è il testamento di centomila morti caduti nella lunga lotta per la libertà» (per Einaudi ragazzi, pp. 64, euro 10).
Nella collana «Grandissimi» (edizioni El, pp.80, euro 8,90), Federico Gregoretti firma invece Primo Levi, una voce per non dimenticare con le illustrazioni di Sara Not, un percorso che va dal «Momento di scegliere» a «Raccontare per non dimenticare» passando per «Un anno all’infermo»: una biografia del chimico torinese, resistente e testimone che divenne un grande scrittore, alla portata dei lettori più piccoli.
Il presente e il passato si incontrano poi in Eravamo il suono di Matteo Corradini (Lapis, pp. 224, euro 12,90) la storia di otto musiciste tra quelle che furono nell’orchestra musicale femminile di Auschwitz. Diverse per provenienza, preparazione, età furono costrette a suonare per la capo blocco «spietata e assassina che vuole fare bella figura con i superiori». Attento e documentato incrocia le vite delle orchestrali con quelle di due giovani musiciste di oggi che provano uno spettacolo a scuola. (l.t.)