Sarà per sempre «l’Oscar dello schiaffo» questo che doveva invece essere, almeno nelle dichiarazioni dell’Academy, l’Oscar di una (nuova) festa del cinema dopo la pandemia e i lunghissimi mesi di chiusura delle sale che hanno mutato radicalmente gli assetti dell’intera filiera cinematografica.

Del resto gli intenti erano di per sé un paradosso non senza ipocrisia visto che le piattaforme indicate come principali colpevoli della crisi avevano già fatto la loro entrata trionfale negli Oscar con le statuette a Roma di Cuaron tre anni fa – indicando poi, complice il covid, la via da seguire un po’ a tutti, studios in primis, che si sono a loro volta convertiti. Warner e Disney insegnano.

Così ecco che a vincere il riconoscimento più importante è un film Apple+, CODA – I segni del cuore, melassoso remake del già mediocre francese La famiglia Belier – una ragazza unica udente di un nucleo famigliare di non udenti si trova davanti alla drammatica scelta: seguire la sua vocazione e talento per il canto o occuparsi dei famigliari? – che non è mai uscito in sala, dove arriva ora precipitosamente dopo i premi, almeno qui in Italia, il 31.

Sembra che a conquistare il cuore dei votanti sia stato il suo messaggio di inclusività oggi così importante nelle nuove regole hollywoodiane. Per carità, certo, salvo poi permettere al comico Chris Rock battute di assoluto body shaming contro Jada Pinkett (sulla sua malattia) che di inclusivo hanno ben poco. Altrettanto «paradossale» nel clima «politicamente corretto» degli Oscar la risposta a suon di ceffoni del marito di Pinkett Will Smith, subito dopo premiato per una delle sue più mediocri prestazioni attoriali, Una famiglia vincente, che con le scuse lacrimose per il suo gesto macho (l’amore, ah l’amore, o era invece testosterone? ) ha prodotto un effetto ancora peggiore.

Finalmente però un brivido aveva risvegliato dalla sonnolenza la sala del Dolby Theatre: sarà stato confezionato ad hoc, come ora molti insinuano? Una frase simile non poteva sfuggire al rigido protocollo della cerimonia. Può darsi ma se si pensa a cosa è «sfuggito» al presidente americano Biden a Varsavia ogni certezza vacilla – ieri l’Academy ha aperto un procedimento sul gesto di Smith per valutare una azione legale.

Come che sia la sostanza della pochezza non cambia. E quella che dovrebbe essere l’industria del cinema più importante al mondo ha oscurato così , ancora una volta, le sue energie migliori.