Sarà per sempre «l’Oscar dello schiaffo» questo che doveva invece essere, almeno nelle dichiarazioni dell’Academy, l’Oscar di una (nuova) festa del cinema dopo la pandemia e i lunghissimi mesi di chiusura delle sale che hanno mutato radicalmente gli assetti dell’intera filiera cinematografica. Del resto gli intenti erano di per sé un paradosso non senza ipocrisia visto che le piattaforme indicate come principali colpevoli della crisi avevano già fatto la loro entrata trionfale negli Oscar con le statuette a Roma di Cuaron tre anni fa – indicando poi, complice il covid, la via da seguire un po’ a tutti, studios in...