«Sciogliere Gioventù Nazionale? Forse dobbiamo semplicemente ripartire dall’articolo 49 della Costituzione». Il presidente dell’Anpi Gianfranco Pagliarulo è a Bologna, dove l’associazione partigiani sta celebrando la sua festa nazionale. Domani saranno ospiti Elly Schlein, Giuseppe Conte, Nicola Fratoianni, Angelo Bonelli, Riccardo Magi, Maurizio Acerbo, «nello spirito di quanto cominciato a piazza Santi Apostoli, che segna un cambio di fase: le forze democratiche devono unirsi nel nome della Costituzione», dice Pagliarulo.

Ecco, l’articolo 49 recita così: «Tutti i cittadini hanno diritto di associarsi liberamente in partiti per concorrere con metodo democratico a determinare la politica nazionale».

Sì, si parla di «concorre con metodo democratico» e quello che ha mostrato Fanpage con la sua inchiesta sulla giovanile di Fratelli d’Italia mi sembra che neghi questo aspetto.

Che fare?

Cominciamo con il dire che di per sé FdI non è un partito fascista, anzi mi pare che da quelle parti si stia aprendo un dibattito lacerante. Ho letto del barone nero Jonghi Lavarini che dice che la metà della giovanile ha posizioni come quelle mostrate da Fanpage. Ma ho letto anche Gianfranco Rotondi, che proviene da una cultura cattolica, dire che bisogna prendere provvedimenti. Poi però c’è Giorgia Meloni…

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La cui posizione in materia è quantomeno ambigua.

Lei ha detto spesso una frase: «Le nostre radici non gelano». Quali sono queste radici? Sono quelle incarnate dalla fiamma presente nel simbolo del suo partito, ad esempio. Oppure sono quelle che legano la giovanile di FdI dei giorni nostri a quella del Msi degli anni ’70, cioè la porta girevole del terrorismo stragista che ha insanguinato quel decennio. Davide Conti l’ha ben spiegato sul manifesto di oggi (ieri, ndr). È in corso un’offensiva revisionista, non solo sul fascismo e sulla Resistenza, ma anche sugli anni ’70. C’è chi vuole fare commissioni parlamentari d’inchiesta solo per parlare delle vittime neofasciste, dimenticando tutta la parte delle stragi.

Sembra che Meloni non riesca a dire la parola «fascismo». Nel commentare l’inchiesta di Fanpage ha condannato il razzismo e l’antisemitismo, ma «la parola con la f» non l’ha pronunciata. È la riproposizione in chiave moderna della storia che il fascismo ha sbagliato solo con le leggi razziali, dimenticando tutto il resto…

La reazione di Meloni è stata più scandalosa dello scandalo mostrato da Fanpage. Di fatto ha attaccato duramente la libera stampa, alludendo a ipotetici futuri bavagli. Un fatto inquietante. Il suo silenzio sul fascismo, poi, è ipocrisia pura. Il razzismo fascista, poi, non nasce certo con le leggi razziali, basti ricordare i discorsi di Mussolini contro gli slavi già negli anni ’20 o quelli che faceva durante le guerre coloniali… Non è possibile condannare le leggi razziali senza condannare il fascismo.

Eppure a destra continuano a ripetere che l’antisemitismo sia un problema della sinistra e degli studenti che manifestano per la guerra a Gaza.

Va fatta chiarezza: criticare il governo di Israele non significa assolutamente essere antisemiti. Guai a dimenticare il massacro di Hamas del 7 ottobre e guai pure a chiudere gli occhi di fronte ai massacri in corso a Gaza o la situazione in Cisgiordania. L’antisemitismo, comunque non c’entra niente. Anzi, dobbiamo ribadire che si tratta di un portato dell’estrema destra razzista, che ha una visione gerarchica della società e mette gli ebrei all’ultimo posto, considerandoli di fatto dei subumani.