Mentre le preoccupazioni per il prolungamento della guerra in Ucraina sono sempre più forti e si accentuano nel momento in cui non sono in campo in modo adeguato soggetti fondamentali, come l’Europa, per costruire sul serio la pace, altri conflitti sono in corso in tante parti del pianeta e su molte questioni. Sia pure senza le armi (almeno finora, ma domani non ci sarebbe da stupirsi se prendesse anche questa forma), si combatte anche sul tema dell’acqua, ed è giusto ricordarlo proprio nella giornata mondiale ad essa dedicata.

È evidente che l’alternativa tra mercificazione e finanziarizzazione dell’acqua e sua affermazione come bene comune diventa sempre più stringente. È sufficientemente nota la scandalosa vicenda della quotazione in Borsa, quella per cui, per la prima volta nella storia – il 7 dicembre 2020 – è stato costruito un contratto future sull’acqua alla Borsa Merci di Chicago, una delle piazze finanziarie più importanti al mondo.

Meno conosciuto, invece, è il fatto che, artefici, in primo luogo, i sindaci di Firenze, Roma e Assisi, con il sostegno del governo, è stata avanzata la candidatura del nostro Paese perché l’Italia possa ospitare nel 2024 il Forum Mondiale dell’Acqua. Incuranti del dato che il Forum è organizzato dal Consiglio Mondiale dell’Acqua, che è un organismo egemonizzato dalle più grandi multinazionali del settore idrico, fortemente impegnato nella privatizzazione e nella mercificazione dell’acqua.

Basta avere in mente che il Consiglio Mondiale dell’Acqua si autodefinisce come una piattaforma internazionale multistakeholder, ma in realtà ha una governance molto verticistica e strettamente orientata dal presidente che da molti anni è Loïc Fauchon, presidente anche di Eaux de Marseille, controllata da Veolia, una delle più grandi multinazionali del servizio idrico. Non a caso, da sempre, i movimenti per l’acqua dei Paesi ospitanti il Forum mondiale dell’acqua hanno opposto Forum alternativi.

Accanto a tutto ciò, procede al Senato la discussione sul disegno di legge delega sulla concorrenza. Si tratta di un testo che rappresenta l’apoteosi del pensiero neoliberista in tema di espansione delle privatizzazioni. A parte il tema delle concessioni balneari, l’aspetto maggiormente salito all’onore delle cronache e meritevole di una specifica trattazione, si intende spalancare le porte alla gestione da parte di soggetti privati nel trasporto pubblico, nel ciclo dei rifiuti, nella sanità e nei servizi sociali, nel settore del gas, il servizio idrico e tutti i servizi pubblici locali.

In particolare si prevede, contemporaneamente, una forte limitazione delle gestioni in house, quelle derivanti dall’intervento pubblico, e l’incentivazione per favorire le aggregazioni dei soggetti gestori– leggi le grandi multiutilities quotate in Borsa-, con un’idea, contenuta già nel Pnrr di fare di queste ultime gli architravi di un modello che generalizza le privatizzazioni. Dando così anche il colpo definitivo al pronunciamento referendario del 2011.

Di tutte queste questioni discutiamo oggi in un convegno promosso dal Forum Italiano dei Movimenti per l’Acqua al Senato, con la presenza di numerosi giuristi e parlamentari. Lo facciamo perché, per fortuna, è in corso una campagna e una mobilitazione, promossa da molti soggetti, per modificare profondamente il disegno di legge sulla concorrenza, a partire dalla richiesta di stralciare l’art. 6, quello che si occupa dei servizi pubblici locali.

In particolare, molti Consigli comunali e regionali si sono pronunciati in questo senso, da quelli di Torino, Milano, Bologna, Napoli e altri ancora fino ai Consigli regionali del Friuli Venezia Giulia e delle Marche, che ha sollevato anche l’illegittimità costituzionale delle norme in discussione.

Ritrovarsi e discutere perché, per noi è sempre attuale il fatto che la giornata mondiale dell’acqua non è un momento celebrativo o mistificatorio, bensì una scadenza di lotta e mobilitazione: di questo, anche nel difficile 2022, c’è ancora bisogno.

* Forum Italiano Movimenti per l’Acqua