È stato il sindaco di Milano Beppe Sala il primo in mattinata a rispondere al presidente della comunità ebraica di Milano Walker Meghnagi che, intervistato da diverse testate, aveva annunciato che non parteciperà al corteo milanese del 25 Aprile in polemica con l’Anpi per la frase sullo striscione d’apertura: «Cessate il fuoco ovunque». Per Sala «quella di Meghnagi è una scelta individuale».

Il sindaco di Milano prova a smorzare la polemica aggiungendo che «l’importante è che ci sia la Brigata ebraica». E la Brigata ebraica ci sarà, come ogni anno subito dopo i gonfaloni istituzionali insieme alle altre associazioni combattentistiche. Quest’anno sfilerà dietro allo striscione «Ora e sempre la democrazia si difende».

Non ci sarà invece il gonfalone della Comunità ebraica di Milano che aveva fatto la sua comparsa in alcune edizioni passate.

La rottura del presidente Meghnagi si è consumata su un paio di questioni.

La prima, come detto, la frase «cessate il fuoco ovunque» alla quale la Comunità ebraica milanese avrebbe voluto aggiungere la parola «democrazia». Richiesta respinta dal Comitato unitario antifascista, di cui fanno parte tutte le realtà che organizzano il 25 aprile milanese, nella riunione di lunedì 15 aprile.

Altra richiesta della Comunità ebraica milanese respinta in quella sede quella di togliere dall’appello le critiche al governo di destra giudicate troppo di parte. «Un’eccessiva politicizzazione della festa della Liberazione» l’ha definita Meghnagi.

Amareggiata per le parole del presidente della Comunità ebraica milanese l’Aned, l’Associazione Nazionale ex Deportati nei Campi Nazisiti, che ha ovviamente un legame profondo con gli ebrei italiani. «Spiace che il presidente abbia annunciato a mezzo stampa che al corteo del 25 Aprile non sfilerà il gonfalone della Comunità» ha scritto in una lettera aperta il presidente dell’Aned Dario Venegoni.

«Nessuno può dirsi veramente libero se altri esseri umani sono vessati e privati dei propri diritti. Questo è da sempre il messaggio del 25 Aprile» ha scritto Venegoni in riferimento alla critica sollevata da Meghnagi di aver «attualizzato» e «politicizzato» la festa della Liberazione.

«Noi ci saremo» scrive l’associazione degli ex deportati «e siamo felici che tanti amici ebrei ci abbiano confermato la loro determinazione ad essere, come sempre, al nostro fianco».

La scelta di Meghnagi di restare a casa ha spaccato la comunità ebraica milanese e non sembra avrà grosso seguito. Saranno in corteo esponenti noti della comunità come Emanuele Fiano, ma anche l’ex Pd Daniele Nahum recentemente passato ad Azione in polemica con chi nel Pd considera genocidio quanto sta succedendo a Gaza.

Il presidente nazionale dell’Anpi Gianfranco Pagliarulo taglia corto: «Io spero che partecipino tutti, se non partecipano ce ne faremo una ragione» ha detto ieri a margine di un’iniziativa. «Da quel che ho capito la comunità ebraica semplicemente è divisa dato che una parte partecipa e un’altra parte si riserva di darci una risposta. L’area di amici ebrei che fa capo a Gad Lerner parteciperà credo sotto le bandiere dell’Anpi o del comitato antifascista, una parte della comunità che si chiama Sinistra per Israele parteciperà alla manifestazione, come parteciperà la Brigata ebraica. Leggo un giorno sì e l’altro pure che qualcuno, quasi sempre le stesse persone, dice che non parteciperà» ha detto Pagliarulo.

Giovedì pomeriggio sarà consistente la presenza in solidarietà a Gaza. «La Palestina non può stare ai margini di questo corteo» hanno detto alcuni giorni fa le associazioni della comunità palestinese lombarda. Una presenza che si annuncia ben visibile non solo nel loro spezzone di corteo.