Testimonianze confidenziali, supposizioni, rumors. E poi dichiarazioni dei portavoce che non smentiscono né confermano: il caos nel partito democratico e le speculazioni sul ritiro di Biden si sono riaccesi dopo qualche giorno dall’attentato a Trump, e in concomitanza con la notizia che il presidente è risultato positivo al Covid, e invece che riprendere la campagna elettorale dovrà isolarsi – e curarsi – per qualche tempo nella sua casa in Delaware.
Axios si spinge fino a scrivere che «dirigenti del partito democratico ci dicono privatamente che la pressione crescente dei dem al Congresso e di cari amici convincerà il presidente Biden a ritirarsi dalla corsa presidenziale, già questo weekend».

Ricostruzioni delle conversazioni del leader dei dem alla Camera Hakeem Jeffries e del senatore Chuck Schumer con Biden – in cui i due leader del partito lo hanno spinto a farsi da parte – sono su tutte le testate statunitensi, così come i report sulle «molteplici chiamate» intercorse fra il presidente e Nancy Pelosi. L’ex Speaker della Camera avrebbe anche lei insistito affinché Biden passi il testimone, citando i sondaggi a lui sfavorevoli.

Anche l’ex presidente Barack Obama – scrive il Washington Post – ha «detto ai suoi alleati», perché suocera intenda, che la strada di Biden verso la rielezione «si assottiglia sempre più». E la Cnn riporta che, rispetto alla settimana scorsa in cui si è scagliato contro i membri del Congresso, Biden è ora «più incline ad ascoltare» le ragioni di chi vuole che faccia un passo indietro.

L’unico dato concreto, insieme alle dichiarazioni sempre meno solide di portavoce e membri del cerchio magico del presidente che smentiscono categoricamente che le intenzioni di Biden siano un po’ meno ferree, è la decisione di spostare l’appello virtuale dei delegati – che avrebbe sancito la candidatura di Biden – di una settimana. La Convention democratica di agosto, infatti, avrebbe sancito solo formalmente la nomination: a causa di complessità elettorali dell’Ohio il voto dei delegati si terrà prima, attraverso una chiamata via internet. Ora questa chiamata è stata spostata in avanti: impossibile non vederlo come un tempo supplementare per convincere il presidente ad accettare di «passare il testimone». Le parole impiegate da uno dei deputati più importanti del partito, Adam Schiff, in un’intervista con il Los Angeles Times. «Siamo a un bivio – ha aggiunto Schiff – Una seconda presidenza Trump metterebbe in pericolo le stesse fondamenta della nostra democrazia».