Condanna internazionale in occidente per l’arresto dell’oppositore Alexei Navalny, domenica, al suo rientro in Russia cinque mesi dopo l’avvelenamento a Tomsk in Siberia e la successiva evacuazione in Germania, dove è stato curato. L’Alto commissariato Onu per i diritti umani ha chiesto ieri la sua «liberazione immediata», come l’équipe del presidente eletto Usa, Joe Biden (e Mike Pompeo, alle sue ultime ore come segretario di stato). Per l’Unione europea, l’arresto dell’avvocato oppositore di Vladimir Putin è «inaccettabile», ha twittato il presidente del Consiglio Ue, Charles Michel.

LA PRESIDENTE della Commissione, Ursula von der Leyen, condanna «l’imprigionamento di Alexei Navalny» e chiede alle autorità russe di «liberarlo immediatamente e di assicurare la sua sicurezza». Ursula von der Leyen sottolinea che «l’arresto di oppositori politici è contrario agli impegni internazionali della Russia» e ricorda che «noi continuiamo egualmente ad aspettare l’inchiesta approfondita e indipendente sull’attentato alla vita di Alexei Navalny» di cinque mesi fa. La Ue afferma che «la politicizzazione del sistema giudiziario è inaccettabile e i diritti di Alexei Navalny devono essere rispettati». La Ue chiede anche la «liberazione immediata di tutti i giornalisti e i cittadini» arrestati domenica per aver raccontato la storia di Navalny e manifestato al suo rientro in Russia.

Il caso Navalny sarà al centro della prossima riunione dei ministri degli Esteri dei 27, il 25 gennaio. Si parlerà anche di nuove sanzioni alla Russia: già nell’ottobre scorso, i 27 avevano deciso misure contro 6 personalità russe, legate all’avvelenamento di Navalny, tra cui Alexandre Bortnikov, capo dei servizi segreti Fsb. La decisione era avvenuta proprio il giorno dopo la conferma dell’implicazione dei servizi russi nell’avvelenamento dell’oppositore, grazie alla telefonata-trappola di Navalny sotto mentite spoglie a un rappresentante dell’Fsb, che ha persino dato dei dettagli sull’operazione (la sostanza neurotossica piazzata negli slip) e ha obbligato Vladimir Putin ad ammettere che Navalny era sotto controllo.

IERI, LE PRINCIPALI REAZIONI di critica sono venute da Germania, Francia, Svezia, Polonia, oltre che dalla Gran Bretagna. Il ministro degli Esteri francese, Yves Le Drian, ha espresso «grandissima preoccupazione». La reazione russa è stata immediata. Il ministro degli Esteri, Serghei Lavrov, accusa gli europei di voler «sviare l’attenzione dalla profonda crisi che mina il modello di sviluppo liberista». La portavoce del ministero, Maria Zakharova, ancora più diretta, ha invitato i paesi Ue a «preoccuparsi dei propri problemi» e a «rispettare le leggi internazionali». A dicembre, Mosca aveva risposto alle sanzioni Ue allungando la lista di personalità europee a cui viene proibito l’accesso al territorio della Federazione russa. Nel mirino, in particolare, Germania, Francia e Svezia, i tre paesi dove si sono svolte le analisi di laboratorio che hanno identificato la sostanza neurotossica di tipo Novichok che sarebbe stata somministrata a Navalny.