L’incertezza sulla sorte di Nikolaj Patrushev è durata solo un pomeriggio. L’ex segretario del Consiglio di Sicurezza russo è stato nominato assistente del presidente russo Vladimir Putin. Patrushev resterà a strettissimo contatto con il capo del Cremlino, dunque, nonostante le voci che lo volevano in cattive acque per la troppa visibilità raggiunta.

A prendere il posto di Patrushev è stato Sergei Shoigu, ministro della Difesa di Putin dal 2012 al 2024, che è stato al centro di diverse indiscrezioni per le quali Putin avesse deciso di declassarlo. Oltre ad averlo destinato a un ruolo tutt’altro che secondario, però, lo stesso Cremlino è intervenuto ieri sulla questione. «Shoigu non è stato retrocesso» ha detto il portavoce di Putin, Dmitry Peskov all’agenzia Tass, «quella a capo del Consiglio di Sicurezza è una carica governativa molto alta con compiti molto ampi, che svolge un ruolo enorme per il Paese». Intanto continua il repulisti all’interno dei vertici della Difesa. Dopo l’arresto del viceministro Timur Ivanov per corruzione, ieri è stato arrestato anche il capo della Direzione principale del personale del Ministero della Difesa russo, il tenente generale Yuri Kuznetsov. Quest’ultimo è sospettato, secondo Interfax, di peculato e sia la sua abitazione privata sia il suo ufficio sono stati perquisiti dagli inquirenti. Per 13 anni, dal 2010 al 2023, Kuznetsov ha ricoperto anche il ruolo molto delicato di capo dell’8° Direzione dello Stato Maggiore delle Forze Armate russe che si occupa del servizio di protezione dei segreti di Stato del Ministero della Difesa.

Intanto il neoministro della Difesa, l’economista Andrei Belusov, ha annunciato che al momento non è prevista una nuova chiamata alle armi e che tra le sue priorità vi sono il controllo dei prezzi delle commesse militari e l’integrazione dell’economia dell’apparato militare a quella generale del Paese.