Visti gli stipendi dei suoi vigilantes, che solo con straordinari su straordinari arrivano a toccare i mille euro, anche la Mondialpol è finita commissariata dalla magistratura milanese per caporalato. Secondo caso in un mese, perché a giugno era scattato un controllo giudiziario analogo sulla Servizi Fiduciari del gruppo Sicuritalia, altro big del settore. Nel riassumere le indagini del pm antimafia Paolo Storari e degli investigatori della Guardia di finanza, il procuratore Marcello Viola è stato chiaro: “L’inchiesta sta portando alla luce fenomeni di intermediazione illecita e sfruttamento del lavoro, realizzati attraverso un assiduo sfruttamento dei dipendenti perpetrato, approfittando del loro stato di bisogno, da un’azienda che ha corrisposto al proprio personale retribuzioni ben al di sotto della soglia di povertà, sproporzionate rispetto alla quantità e qualità del lavoro prestato”.
In un settore con una enorme frammentazione come quello della vigilanza privata e dei servizi di sicurezza, che conta circa 100mila addetti ed è pieno di false cooperative e di appalti al massimo ribasso, le inchieste della procura milanese confermano la necessità, già rilevata da tempo dalla Filcams Cgil, di prendere il toro per le corna introducendo il salario minimo di legge. Un salario minimo, che, se può non servire nei settori a più alto valore aggiunto, diventa decisivo nei servizi, dove il valore degli appalti è a un massimo ribasso che non conosce limiti.
A riprova, solo una lotta di sette lunghi anni, costellata di mobilitazioni e scioperi, ha portato a inizio giugno al rinnovo contrattuale nazionale firmato da Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs da una parte, e le associazioni datoriali Anivip, Assiv, Univ, Legacoop Produzione e Servizi, Agci Servizi e Confcooperative Lavoro e Servizi dall’altra. Con un aumento delle retribuzioni di 140 euro per un contratto comunque inferiore ai 7 euro lordi orari, povero come quello delle pulizie-multiservizi.
Sempre troppo secondo aziende come Sicuritalia e Cosmopol, che avevano deciso lo scorso anno di abbandonare il contratto nazionale aderendo ad Ani-Sicurezza di Confimpresa, per pagare ancora meno i propri addetti. La stessa strada percorsa pochi giorni fa dalla Battistolli Servizi Integrati, che rifiutando il rinnovo del contratto nazionale ha deciso per l’applicazione retroattiva di un contratto pirata sottoscritto, per parte sindacale, dalla sola Ugl.
L’introduzione di un salario minimo di legge trova conforto anche nell’evoluzione della giurisprudenza nelle cause di lavoro davanti a vari tribunali, Milano e Genova in particolare. Perché se anche esiste un contratto nazionale ma la retribuzione è “inferiore alla soglia di povertà assoluta”, questo “esclude in modo evidente che possa assicurare al lavoratore e alla sua famiglia un’esistenza libera e dignitosa”. Un principio giuslavoristico, sulla base dell’articolo 36 della Costituzione,che per la procura di Milano è diventato la spia di reati come il caporalato e lo sfruttamento.
In questa ultima inchiesta sono almeno 41 le testimonianze di lavoratori Mondialpol in servizio fra il 2019 e il 2021 presso clienti come Poste Italiane, Intesa Sanpaolo, Banco Desio e Kuwait Petroleum Italia. Vigilantes che hanno raccontato ai finanzieri di ricevere buste paga tra gli 850 e i 1.000 euro al mese, “inclusi gli straordinari che possono arrivare a 200 ore al mese di lavoro”. Stesso discorso per Sicuritalia, che ha l’appalto di Esselunga, Carrefour, Lidl, e ancora Barilla, Telecom, altri grandi istituti di credito, scali aeroportuali, e perfino alcune Regioni.