Lavoro

Metalmeccanici in Confindustria, inizia la partita del contratto

Metalmeccanici in Confindustria, inizia la partita del contrattoIl segretario Fiom, Maurizio Landini

Sindacato Dopo anni di divisioni e di accordi separati, anche la Fiom al tavolo. Con la Uilm che apre al voto finale di tutti i lavoratori, e spiazza la Fim. Mentre Federmeccanica punta alla sola contrattazione aziendale. Nuovo incontro il 4 dicembre.

Pubblicato quasi 9 anni faEdizione del 6 novembre 2015

Anche se la trattativa è alle primissime battute, la lunga riunione che ha aperto il tavolo di confronto sul rinnovo del contratto dei metalmeccanici ha avuto già in sé una novità: dopo sette anni, nella sede di Confindustria si sono presentate insieme Fiom, Fim e Uilm, sia pure con due piattaforme diverse. “Questo dopo anni di divisioni e di accordi separati – osserva Maurizio Landini – ed è un fatto importante in un momento in cui si chiede alle imprese di fare investimenti, e politiche mirate a migliorare non solo la stessa impresa ma anche la qualità del lavoro”.
La prima presa di contatto con Federmeccanica ha fatto capire comunque che la vertenza non sarà facile, né soprattutto breve. La Fim, spiazzata dall’apertura della Uilm al voto finale di tutti i lavoratori sul futuro contratto, così come da antica tradizione della Fiom, ha denunciato con Marco Bentivogli che gli industriali vogliono indietro 75 euro del vecchio accordo: “E’ una partenza in salita – ha commentato il segretario dei metalmeccanici cislini – invece occorre rinnovare presto il contratto”.
Ben più tranquillo Rocco Palombella della Uilm: “Comunque è un avvio positivo. Ci sono le premesse per avviare un confronto serrato. Già il 4 dicembre, quando ci incontreremo di nuovo, ci aspettiamo di entrare nel merito”. Quanto ai 75 euro, Palombella per il momento non è preoccupato: “Chiedere è legittimo, è nello schema. Ma poi tutto deve essere rimandato alla trattativa vera”. Una trattativa in cui Uilm e Fim partono dalla richiesta di 105 euro lordi medi mensili di aumento nel triennio. “Poi da una profonda rivisitazione dell’inquadramento professionale – riepiloga Palombella – inoltre dalla formazione professionale come diritto soggettivo dei lavoratori, dal welfare integrativo, e dai diritti di partecipazione”.
La Fiom si è invece presentata all’incontro con una serie di proposte nuove, come l’opportunità di introdurre anche in Italia, come avviene in Germania, la contrattazione annuale del salario. Poi di affrontare il problema degli appalti, che va ad incidere sulla qualità delle imprese, e avviare la ripresa degli investimenti. Di fronte alla richiesta di Federmeccanica di spostare il baricentro della contrattazione salariale sul secondo livello di negoziazione, quella aziendale, con aumenti legati alla produttività e con a livello generale un “salario minimo di garanzia”, la risposta di Maurizio Landini soppesa pregi e difetti della proposta: “Federmeccanica di fatto intende ridurre ad uno solo i livelli del contratto. Non condividiamo l’idea, secondo noi i livelli devono restare due, autonomi, perchè il problema di fondo è: aumenta o non aumenta il salario per i lavoratori? Per noi vanno mantenuti i due livelli di contrattazione. E agli aumenti fissati dal contratto nazionale si aggiungono quelli a livello aziendale”.
Quanto all’idea degli industriali di un salario di garanzia: “Nessun problema a promuoverlo: ma deve essere esteso a tutti i lavoratori, dai cococo alle partite Iva”. Infine dalla Fiom arriva un richiamo alla centralità del nuovo sistema di rappresentanza: “Questo porterà con sé – chiude Landini – e la Fiom lo pretenderà, anche il nuovo sistema di validazione e di voto dei lavoratori sugli accordi”. Proprio il punto su cui è arrivata l’apertura della Uilm, certificata da un’intervista all’Unità di Rocco Palombella, che ha messo all’angolo la Fim, da sempre contraria a far votare i lavoratori non iscritti al sindacato.
Anche Federmeccanica non parla, apertamente, della restituzione di 75 euro del vecchio contratto. Il suo presidente Fabio Storchi ragiona piuttosto “dei quasi quattro punti percentuali in più, tra l’inflazione attesa e quella reale, già ricevuti dai lavoratori: l’aspettativa è che questo salario in più sia già inglobato nei salari minimi di garanzia”. Così come già accaduto nel recente rinnovo del contratto dei chimici. Infine Storchi lancia l’avvertimento: “È il momento di riscrivere il modello contrattuale. Non possiamo aspettare una trattativa interconfederale che non ha prodotto risultati”. Prossimo round venerdì 4 dicembre.

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