Dopo la “renuncia” di Evo Morales alla presidenza della Bolivia l’ambasciata venezuelana, a La Paz, veniva attaccata con esplosivo e fuoco, mentre le sedi diplomatiche di Messico e Cuba subivano forti minacce da corpi della destra golpista boliviana, tanto che il ministro degli esteri messicano, Marcelo Ebrard, twittava, poche ore dopo aver aperto all’asilo politico all’ex presidente, “Siamo solidali con l’inviolabilità delle rappresentanze diplomatiche, ora richiediamo la stessa solidarietà internazionale affinché sia rispettata l’integrità dell’ambasciata e della residenza messicana in Bolivia”. La complessa situazione vede, da un lato, le decisive spinte dei movimenti sociali, in ultimo la Central Obrera Bolviana,...