Il via libera alla contestatissima riforma tributaria del governo Duque è arrivata alle 4 e 50 della mattina, mentre la popolazione dormiva. I parlamentari, sordi alle proteste che attraversano la Colombia da un mese, hanno approvato l’assalto alle casse dello Stato quando era ancora buio, come dei ladri. E così sono stati ripetutamente definiti nelle reti sociali sotto l’hashtag #VotarEnLaMadrugadaEs (votare all’alba è…). Con commenti del tipo: votare all’alba è «allungare la lista degli abusi contro il popolo colombiano. Non dimenticheremo»; «Quando mai i membri del Congresso hanno votato all’alba per combattere la corruzione, migliorare la salute e l’educazione pubblica, preservare l’ambiente, ridurre la disuguaglianza e l’esclusione?».

Come dei Robin Hood al contrario, senatori e deputati hanno rubato alla popolazione per favorire i “super-ricchi”, stabilendo sconti ed esenzioni di cui potranno godere solo i grandi imprenditori nazionali e stranieri. Una riforma destinata, secondo il presidente Iván Duque, a migliorare la competitività delle imprese – che pagheranno meno tasse sul reddito – garantendo, a suo dire, un aumento del 4% all’anno del Pil. Ma che, in realtà, come ha denunciato il senatore liberale Guillermo García Realpe, non certo imputabile di simpatie di sinistra, «non promuove crescita, né impiego, né equità e neppure uno sviluppo sociale equilibrato».

Previsti, naturalmente, anche provvedimenti per le fasce più basse: il rimborso dell’Iva per le famiglie più povere, l’introduzione di tre giorni all’anno in cui sarà possibile acquistare articoli esenti dall’imposta sul valore aggiunto, il taglio dei contributi al sistema sanitario per i pensionati. Ma solo briciole rispetto al ben più sostanzioso regalo per i ricchi.

Non sorprende allora che non avanzi di una virgola il dialogo tra il governo Duque e i rappresentanti del Comité del paro (un “comitato dello sciopero” in cui sono presenti le principali organizzazioni popolari), ancora fermo ai blocchi di partenza per l’indifferenza evidente mostrata dal governo nei confronti delle richieste dei manifestanti.