Mediterraneo, 40 migranti morti. Tra loro tre bambini
Muro a mare La guardia costiera salva sette naufraghi vicino Lampedusa. La barca si è capovolta più volte durante il viaggio. Qualcuno si è aggrappato, gli altri sono scomparsi. Altra strage davanti Tobruk
Muro a mare La guardia costiera salva sette naufraghi vicino Lampedusa. La barca si è capovolta più volte durante il viaggio. Qualcuno si è aggrappato, gli altri sono scomparsi. Altra strage davanti Tobruk
C’erano anche tre bambini tra la ventina di persone che tra ieri e i giorni precedenti hanno perso la vita nel tentativo di raggiungere Lampedusa. Sette i migranti, tutti di origine siriana, tratti in salvo dalla guardia costiera. La motovedetta italiana Cp 324 li ha trovati durante la mattinata a sud-ovest dell’isola pelagica, a una decina di miglia dalle coste. Le immagini dell’intervento li mostrano aggrappati allo scafo di «un’imbarcazione alla deriva, ormai semi sommersa e in procinto di affondare», scrivono in un comunicato le autorità italiane.
I SUPERSTITI, esausti, hanno raccontato di essere partiti in 28 da Sabratha, 70 chilometri a ovest di Tripoli, domenica scorsa. Al momento non risultano precedenti segnalazioni della barca. Quello che è accaduto durante il viaggio non è chiaro: i dispersi sarebbero caduti in acqua per le difficili condizioni meteorologiche, ma non si sa di preciso dove ciò sia avvenuto.
«I sopravvissuti riferiscono che la barca di legno si è capovolta più volte lasciando le persone aggrappate a un lato mentre i loro familiari annegavano intorno a loro», ha affermato Nicola Dell’Arciprete, coordinatore Unicef Italia. Le autorità italiane hanno allertato i centri di soccorso maltese, tunisino e libico e fatto volare un aereo per cercare i corpi.
ALTRI 23 MIGRANTI, invece, hanno perso la vita vicino alle coste di Tobruk, città libica della Cirenaica. L’Organizzazione internazionale per le migrazioni (Oim) fa sapere che sul barcone erano in 32. È stato recuperato un solo cadavere, 22 i dispersi. Non si conoscono le nazionalità. Sarebbe naufragato ieri, sebbene potrebbe trattarsi di un caso denunciato da Alarm Phone in quel tratto di mare il 30 agosto. I numeri coincidono, ma non ci sono conferme ufficiali.
In poche ore, quindi, oltre 40 vite sono state inghiottite dal mare. Il sindaco di Lampedusa Filippo Mannino ha chiesto «canali umanitari per far viaggiare e arrivare in sicurezza queste persone». Mentre La Croce rossa italiana, che gestisce l’hotspot dell’isola, si dice «attonita davanti all’ennesima tragedia». Save The Children, presente nella struttura di Contrada Imbriacola, invita «le istituzioni italiane e Ue a un’assunzione di responsabilità, attivando un sistema di ricerca e soccorso in mare».
La redazione consiglia:
Slittano ancora i centri per migranti in AlbaniaPER IL GOVERNO, PERÒ, non è quella la priorità. Solo poche ore prima della doppia strage la premier Giorgia Meloni aveva rivendicato la strategia dell’esecutivo: dagli sbarchi diminuiti – a ieri 43mila, contro i 115mila del 2023 e i 61mila del 2022 – ai centri in Albania, progetto che «può cambiare la gestione dei flussi e faranno di tutto per ostacolare». Dei morti il governo non parla mai. Quest’anno nel Mediterraneo sono stati oltre 1.300, oltre tre su quattro lungo la rotta migratoria centrale, che dai paesi nordafricani arriva in Italia.
Intanto ieri la Sea-Watch 5 è stata colpita da un nuovo fermo amministrativo per 20 giorni, dopo l’ultima missione in cui ha salvato 289 naufraghi. Le viene contestato di aver soccorso senza il permesso delle autorità libiche. Eppure in queste circostanze il diritto internazionale non richiede autorizzazioni, ma prevede l’obbligo di intervento. «Ancora un’azione mirata a intralciare le uniche navi che di fatto si fanno carico dei compiti che gli Stati stessi ignorano: salvare le persone in mare e garantirne il rispetto dei diritti umani fondamentali», scrive l’Ong.
PER ULTIMO la guardia costiera italiana, in un altro comunicato, ha negato che esistano condizionamenti politici sulle sue attività di soccorso in mare verso i migranti. La questione era stata sollevata a partire dalle dichiarazioni di alcuni ufficiali contenute nelle carte del processo sui mancati soccorsi per il naufragio di Cutro. Nel febbraio 2023 costò la vita a quasi cento persone
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