«Immaginare sia possibile trattenere i richiedenti in un contesto giuridicamente complicato come una enclave extraterritoriale è solo una speculazione propagandistica», afferma Maurizio Veglio. L’avvocato, che fa parte dell’Associazione per gli studi giuridici sull’immigrazione (Asgi), è uno specialista in materia di protezione internazionale.

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Se alle parole corrisponderanno i fatti si tratterà di un nuovo capitolo dell’umiliazione del diritto d’asilo. Si passa dalla finzione alla materialità del non ingresso. Il vero scopo è una versione carceraria del diritto d’asilo. A livello tecnico-giuridico il problema è capire come si può garantire in un territorio che non rientra nella giurisdizione dell’Italia l’applicazione della sua legge.

Secondo il governo in quei centri varrà la giurisdizione italiana.

Affermazione azzardata. La possibilità di prevedere un’applicazione extraterritoriale è complessa e interesserà gli specialisti per molto tempo. I precedenti sono pessimi: l’accordo tra Australia e Papua Nuova Guinea, che ha “affittato” alcune isole per far costruire strutture di trattenimento, e quello Uk-Ruanda sospeso dalla Corte d’appello britannica. Questi esempi mostrano la peggiore ripartizione possibile di oneri tra un paese servente e uno dominante. Tornando all’accordo tra Meloni e Rama, è tutto da verificare cosa debba fare l’autorità albanese per garantire che un territorio di sua giurisdizione sia espropriato e soggetto a norme italiane e Ue nei cui confronti l’Albania non ha alcun vincolo.

L’accordo Uk-Ruanda è stato bloccato perché quest’ultimo paese non era considerato sicuro. L’Albania è ritenuta tale.

La qualifica di paese sicuro è prevista dalla direttiva Ue ma anche soggetta alla periodica revisione. Non devono solo mancare rischi di persecuzioni o maltrattamenti, ma va anche garantito l’accesso a un sistema di rimedi effettivi, cioè allo Stato di diritto. Su questo fa scuola il caso tunisino. Qualora si dovesse indagare sull’effettivo grado di adesione dell’Albania a criteri che non riguardano solo l’assenza di guerra o persecuzioni, ma anche la possibilità di accedere alla giustizia e l’esclusione di violazioni sistemiche di diritti e garanzie fondamentali, non è scontato che i giudici confermino la valutazione di sicurezza del paese.

Servirà una «Commissione territoriale per l’asilo» di competenza extraterritoriale?

È un’ipotesi che fatico a immaginare. Le domande vanno processate dai funzionari amministrativi delle commissioni, ma le loro decisioni devono essere soggette alla giurisdizione italiana. Modalità e termini di impugnazione sono concreti e pratici. Anche chi dovesse fare domanda di protezione in una dimensione extraterritoriale avrebbe comunque diritto a informazione, contraddittorio, ricorso. Queste garanzie fondamentali, che innervano struttura e natura del diritto di asilo, sarebbero puramente astratte in una dimensione extraterritoriale.

Il diritto di difesa potrebbe essere tutelato?

La difesa a distanza sarebbe un simulacro. La delicatezza della materia richiede il contatto diretto con le persone. Non vedo come la giurisdizione possa accettare una simile decisione. Dobbiamo puntare sulla sua capacità di attivare gli anticorpi che possano fermare un tentativo così maldestro, clamoroso e sfacciato di annientamento del diritto d’asilo.

Il governo vuole mandare in Albania i migranti dei «paesi sicuri»? I numeri che ha dato – 3mila persone al mese e 36/39mila l’anno – alludono a permanenze brevi.

È verosimile che i primi candidati siano loro, ma dalle prime dichiarazioni il meccanismo sembra riguardare le persone soccorse in mare a prescindere da nazionalità e status di richiedente asilo. Fanno eccezione solo i vulnerabili. Quei numeri, comunque, sono frutto di un’operazione meramente matematica in una materia che di matematico non ha nulla, cioè l’applicazione delle procedure accelerate di frontiera. Per questo iter l’Italia non può legittimamente trattenere i richiedenti neanche sul suo territorio. Immaginare possa farlo in un contesto giuridicamente complicato come un’enclave extraterritoriale è una speculazione propagandistica.