«Sapete cosa è successo, non lo dimenticate, e tuttavia non saprete mai», era scritto su un biglietto di una tra le tante vittime sconosciute, seppellito e ritrovato nei pressi dei forni crematori di Auschwitz. Lo ha ricordato il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ieri durante la celebrazione al Quirinale del Giorno della Memoria. Malgrado «le origini, lo sviluppo, le cause e le nefande conseguenze dell’avvento delle ideologie e dei regimi nazifascisti nel Vecchio Continente», fa notare il Capo dello Stato, siano stati «analizzati, interpretati e discussi, sotto la lente di studiosi delle più diverse discipline», «la ricerca sulla Shoah continua a produrre, incessantemente, contributi nuovi e rilevanti». Il Capo dello Stato cita Luigi Meneghello: «Eventi incredibili e insieme orribilmente documentati». E indica Auschwitz come «il simbolo della mancanza di luce e di speranza, della negazione dell’umanità e della vita, l’indicibile, il non-luogo per antonomasia».

PARLA ANCHE delle leggi razziali, Mattarella, davanti al presidente del Senato La Russa che giovedì ha proposto di inserirle sul calendario della memoria istituzionale, il 17 novembre. E ricorda al governo più nero dal dopoguerra ad oggi che «la Costituzione repubblicana, dopo la Liberazione, volle sancire solennemente, all’articolo 3, la pari dignità ed eguaglianza di tutti i cittadini, anche con l’espressione “senza distinzione di razza”». Un modo per dire «mai più». Mai più fascismi, anche perché, afferma il capo dello Stato citando Bertold Brecht, «le potenze oscure che ti dilaniano hanno un nome, un indirizzo, un volto». «Non possiamo dimenticare le sofferenze patite dai nostri militari, internati nei campi di prigionia tedesca, dopo il rifiuto di passare nelle file della Repubblica di Salò – aggiunge il presidente – Il loro no ha rappresentato un atto di estremo coraggio, di riscatto morale, di Resistenza».

Anche la premier Giorgia Meloni torna sul punto: «La Shoah – dice – rappresenta l’abisso dell’umanità. Un male che ha toccato in profondità anche la nostra Nazione con l’infamia delle leggi razziali del 1938. È nostro dovere fare in modo che la memoria di quei fatti e di ciò che è successo non si riduca a un mero esercizio di stile».

EPPURE NON BASTA: «Vorrei che la presidente Meloni dicesse semplicemente che eravamo dalla parte sbagliata, perché c’è poco da fare, abbiamo contribuito», le risponde da Firenze Tatiana Bucci, fiumana superstite del campo di sterminio di Birkenau.

Fa notare infatti Mattarella che se «i principi che informano la nostra Costituzione repubblicana e la Carta dei Diritti Universali dell’Uomo sono la radicale negazione dell’universo che ha portato ad Auschwitz», «oggi, purtroppo, li vediamo minacciati nel mondo da sanguinose guerre di aggressione, da repressioni ottuse ed esecuzioni sommarie, dal riemergere in modo preoccupante – alimentato dall’uso distorto dei social – dell’antisemitismo, dell’intolleranza, del razzismo e del negazionismo, che del razzismo è la forma più subdola e insidiosa».

Si riferisce alle ingiurie e alle minacce ricevute via web dalla senatrice Liliana Segre che il 6 dicembre scorso aveva già sporto denuncia. Ieri la sezione telematica del Nucleo investigativo dei carabinieri di Milano ha chiuso le indagini denunciando venti persone con l’accusa di diffamazione a mezzo telematico e l’aggravante delle motivazioni religiose, etniche o razziali. Si tratta di 17 uomini e tre donne di diversa estrazione sociale. Tra loro anche due medici e un oncologo, liberi professionisti, infermieri, assicuratori e pure l’autoproclamatosi «comunista» Gabriele Rubini, alias Chef Rubio. E c’è poco da stupirsi, se si prendono per buoni i dati Eurispes secondo cui «per una persona su sei la Shoah non è mai esistita».

IN UNA GIORNATA celebrata con numerose manifestazioni, anche a ricordo delle vittime non ebree – rom, antifascisti, oppositori al regime, omosessuali e trans – da ogni parte politica è arrivato un contributo a quel «culto della memoria» che, come ha sempre sottolineato Segre, «è l’unico antidoto all’indifferenza», nel tentativo di scongiurare il futuro distopico («Tra qualche anno ci sarà solo una riga sulla Shoah nei libri di storia») previsto dalla senatrice che ieri sera ha ricordato dal Binario 12 di Milano il suo terribile viaggio verso Auschwitz, nella trasmissione di Fabio Fazio su Rai 1.

OGGI PERÒ «vanno sciolte le associazioni o i movimenti neofascisti ma non solo; vanno sciolte quelle realtà che non rispecchiano i valori di democrazia e rispetto reciproco»: lo ha affermato il neo-coordinatore nazionale per la lotta contro l’antisemitismo, Giuseppe Pecoraro, che ha parlato di «segnali preoccupanti di ignoranza e poca conoscenza della storia». «È assurdo – ha constatato – che ad ottant’anni di distanza ancora si parli di negazionismo». Ed è assurdo anche che, con più frequenza, si rimetta ancora in discussione la liceità dell’esistenza dello Stato di Israele.